Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 12 Giugno 2017
«Dinasty» Esselunga, cambio ai vertici
Arriva la figlia più giovane, Marina Caprotti
Marina è stata nominata vicepresidente, suo marito Francesco Moncada di Paternò entra nel consiglio d’amministrazione. La madre Giuliana Albera diventa presidente onorario. Varato il piano da 1,8 miliardi d’investimenti. Partendo da Roma e passando anche per Bergamo.
Si sta realizzando il sogno di Bernardo Caprotti e cioè quello di portare Esselunga al centro-sud. La recente apertura di Roma fa ben sperare con vendite e ricavi che in un anno potrebbero già arrivare ai livelli di alcuni store del Nord. Per raggiungere i risultati auspicati dal fondatore, si è rinnovato anche il consiglio d’amministrazione dell’azienda che impiega 23mila lavoratori. Il nuovo assetto prevede Marina Sylvia Caprotti, 39 anni, la figlia più giovane dell’imprenditore dei supermercati, è stata nominata vice presidente (era già consigliere di Esselunga) mentre la madre, Giuliana Albera, ha assunto il ruolo di presidente onorario. Nel board è entrato anche Francesco Moncada di Paternò, marito di Marina Sylvia. Nel ruolo di presidente è stato confermato l’avvocato Vincenzo Mariconda, professionista stimato e da sempre vicino alla famiglia, a ulteriore sigillo della continuità.
È stata avviata l’osservazione di alcuni siti che faranno da motore alle consegne dei 153 store in Italia (cui si è aggiunto quello di Roma), secondo uno schema di business già impostato che sarà la novità più importante del prossimo anno. Poi c’è la quarta piattaforma di logistica che sorgerà sul sito dell’ex acciaieria di Ospitaletto, in provincia di Brescia, che servirà tutto il Nord Est. Esselunga si è già impegnato ad assumere circa 190 operai dell’ex società siderurgica. Poi ci sono le aperture. Arriveranno il terzo store di Bergamo alla Celadina e il terzo di Verona entro giugno, e Novara entro dicembre. A ruota aprirà il negozio di Varese, nella sede dell’ex calzificio Malerba, nell’ambito di un impegno che Esselunga ha sempre avuto nel ridare vita e occupazione a pezzi dismessi dell’industria.
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