Delitto Roveri, dal Dna nessuna risposta
E i Ris non trovano altre tracce sui vestiti

Giallo irrisolto. Consegnata in Procura la relazione scientifica: vano pure l’utilizzo di un innovativo sistema d’analisi. L’«aplotipo» ricavato indica solo il ceppo paterno. Più difficile anche il confronto con il reperto del caso di Seriate.

Per ricavare qualche informazione in più, il Ris di Parma ha anche utilizzato una innovativa tecnica «Ngs», acronimo di «Next generation sequencing», una metodica scientifica di ultima generazione che consente di ricavare da una traccia genetica svariati dati sul soggetto a cui il campione appartiene. In particolare le «regioni Str» del cromosoma Y del Dna: al di fuori dei tecnicismi scientifici, si tratta delle caratteristiche che riguardano la discendenza maschile di una traccia.

Tuttavia nel caso dell’analisi della traccia parziale di materiale genetico che il reparto scientifico della polizia di Stato ha rilevato sotto un’ unghia e su una guancia di Daniela Roveri, e che appartiene al suo assassino, gli accertamenti non sono andati oltre la conferma della presenza di un singolo «aplotipo» (che nella genetica è la particolare combinazione lineare di alleli in una determinata regione cromosomica), che può indicare al massimo l’eventuale ceppo maschile e paterno. In pratica, troppo poco per fornire a chi indaga qualche elemento utile per risalire all’ autore dell’ omicidio della manager di 48 anni, sorpresa alle spalle e sgozzata nell’ androne del palazzo dove viveva con la madre, in via Keplero a Colognola.

I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, incaricati dal sostituto procuratore titolare del caso, Davide Palmieri, di analizzare la traccia genetica già estrapolata dalla Scientifica della polizia, hanno consegnato la relazione con l’ esito di questi accertamenti. E dagli esami non sono dunque emersi ulteriori elementi utili agli inquirenti.

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