Delitto di Curno, in ospedale
il dolore e le lacrime di Deborha

Non è più in pericolo di vita, non è più in Terapia intensiva: Deborha, la sorella di Marisa Sartori uccisa sabato a coltellate dall’ex Ezzeddine Arjoun, ora sta tornando alla vita, lentamente, dopo aver rischiato di perderla sotto le coltellate che il cognato ha inferto anche a lei, dopo aver assassinato Marisa.

Ed è un ritorno alla vita difficile, doloroso. L’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, che protegge Deborha dalle intrusioni che possono violare la delicata sensibilità di una giovanissima ragazza vittima di atti di violenza, ha attivato per lei un supporto psicologico: la giovane, nella sua stanza, piange disperata per quanto accaduto, non si dà pace.

Sul fronte delle indagini per la morte di Marisa Sartori, martedì i carabinieri avrebbero dovuto sentire la sorella Deborha, ma i medici del Papa Giovanni XXIII hanno chiesto ancora qualche giorno perché la ventitreenne, benché fuori pericolo, non è ancora in grado di sostenere un interrogatorio. Sarà quindi probabilmente sentita tra mercoledì e giovedì. Mercoledì verrà invece interrogato in carcere, assistito dall’avvocato Rocco Disogra, Ezzeddine Arjoun. L’autopsia sul corpo di Marisa è invece in programma per giovedì. Cinque i fendenti sferrati dal marito, di cui quello fatale dritto al cuore, stando ai primi riscontri del medico legale.

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