Delitto in centro a Bergamo: candele e preghiere per Mamadi. Oggi l’interrogatorio

VIA TIRABOSCHI. Alle 9,30 Sadate Djiram sarà sentito dal gip in carcere: poco prima l’incontro con il suo avvocato. In mattinata anche l’autopsia di Mamadi Tunkara. La comunità del Gambia: «Abbiamo pregato per lui al Patronato».

Passa al giudice per le indagini preliminari la parola sul destino giudiziario di Sadate Djiram, il ventottenne del Togo in carcere da sabato con l’accusa di aver ucciso volontariamente – e con le aggravanti dei futili motivi e di aver premeditato il delitto – il trentaseienne nativo del Gambia Mamadi Tunkara. venerdì pomeriggio in via Tiraboschi, vicino al Carrefour dove la vittima lavorava dal 1° dicembre come addetto alla vigilanza. Alle 9,30 di martedì 6 gennaioi Djiram sarà infatti interrogato dal gip nel carcere di via Gleno a Bergamo.

Resta da capire se, assistito dall’avvocato Micaela Viscardi – che lo incontrerà prima dell’interrogatorio per pianificare la linea difensiva –, il ventottenne – regolare in Italia e incensurato – confermerà quanto detto nell’interrogatorio di sabato pomeriggio in questura, quando al sostituto procuratore titolare del caso, Silvia Marchina, e al procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, oltre che ai poliziotti della Squadra mobile, aveva ammesso di aver ucciso Tunkara e di averlo fatto per gelosia.

Riteneva infatti che la donna con cui aveva una relazione dall’estate del 2024, lo avesse lasciato proprio per mettersi con Tunkara. Circostanza che, al momento, non ha trovato conferme tra gli investigatori, visto che l’interessata, un’italiana, non ha confermato e che anche il fratello di Mamadi, Alieu Tunkara, ha riferito di non essere a conoscenza del fatto che il familiare ucciso avesse avviato una relazione sentimentale. Sempre oggi, in mattinata all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Tunkara: l’esame, disposto dalla Procura, dovrà chiarire con quante coltellate è stato ucciso il trentaseienne. Dai primi rilievi della polizia scientifica ne risulterebbero cinque.

L’autopsia e interrogatorio

L’autopsia chiarirà anche quali di queste sono state letali: Mamadi Tunkara era morto praticamente subito, sovrastato dalla furia del suo aggressore che – è stato ricostruito durante il primo interrogatorio in questura –, incrociato nel passaggio Pierantonio Cividini, gli aveva chiesto conto del suo rapporto con l’ex compagna e, di fronte alla difesa di lui, tra insulti e spintoni, aveva estratto il coltello da 27 centimetri (14 di lama e 13 di manico) e sferrato i fendenti. Dopo l’autopsia, il corpo del trentaseienne verrà restituito ai familiari, che hanno deciso di rimpatriarlo in Gambia per l’ultimo saluto e la sepoltura. «Una volta eseguita l’autopsia e conclusi tutti gli accertamenti della polizia, provvederemo a organizzare un ricordo di Mamadi: una fiaccolata in centro, fino al luogo in cui è stato ucciso – sottolinea Kebba Jammeh, segretario dell’associazione Giovani gambiani di Bergamo –. Intanto ieri (domenica per chi legge, ndr) ci siamo riuniti per una preghiera comune per lui al Patronato San Vincenzo».

E tante preghiere sono quelle che centinaia di semplici passanti hanno recitato ancora anche lunedì passando in via Tiraboschi e soffermandosi nel punto della galleria accanto al salone di parrucchiere Nadège in cui Tunkara è stato ucciso. Anche ieri in tanti hanno voluto portare ceri e mazzi di fiori, che occupano ormai un ampio spazio sul pavimento del passaggio Cividini. Tra i messaggi lasciati, anche quello firmato dalle «ragazze di Pittarosso», il punto vendita di calzature che si trova vicino al Carrefour. «Anima pura e bella – si legge sul testo, allegato a un fiore –, il tuo bellissimo sorriso sarà sempre nei nostri cuori. Riposa in pace, dolce Mama. Le ragazze di Pittarosso ti vogliono bene!». Al centro, affissa sulla colonna contro cui Mamadi è stato spintonato prima di essere accoltellato, si trova già da sabato una foto sorridente del trentaseienne. Sotto è riportata una preghiera in arabo: «È una preghiera di speranza e ricordo», spiega Alieu, fratello di Mamadi.

«Grazie per i tuoi sorrisi incondizionati: rimarranno nei nostri cuori e nei nostri ricordi sempre»

«Ci mancherai tanto – è invece il testo di un altro biglietto –: spero che Allah ti possa aprire le porte di Jannah», nome che indica il paradiso nell’Islam. E poi il saluto dei colleghi del Carrefour, anch’esso allegato a un mazzo di fiori: «Come hai fatto in questa vita, siamo sicuri continuerai a fare e vegliare su di noi anche da lassù. Per noi eri già un angelo e un amico fraterno. Grazie per i tuoi sorrisi incondizionati: rimarranno nei nostri cuori e nei nostri ricordi sempre. Non ti dimenticheremo mai».

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