Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 14 Marzo 2016
Degrado e parcheggiatori: la rete discute
«Nel mirino anche la periferia» - Scrivici
Dopo il reportage sui giovani che domenica 13 marzo scaldavano dosi di droga nel centralissimo piazzale Alpini a pochi passi dalle bancarelle dello «Street food» in rete il dibattito è aperto. C’è chi segnala il degrado anche fuori dal centro, per esempio alla Clementina: «E se rimproveri qualcuno vieni insultato». Inviateci le vostre segnalazioni a [email protected].
Domenica è stato sufficiente uscire dall’area degli stand, presidiata da polizia locale e vigilanti, per piombare nel consueto degrado del piazzale: bottiglie di vino e birra per terra, sporcizia, gruppetti di spacciatori e anche in qualcuno che si scaldava tranquillamente una dose di droga in pieno giorno. Molti dei visitatori dello «Street food» che ieri hanno raggiunto la zona di piazzale Alpini in auto si sono dovuti anche confrontare con un altro fenomeno ormai purtroppo anch’esso simbolo del degrado in cui versa viale Papa Giovanni XXIII: quello dei parcheggiatori abusivi che bazzicano nel parcheggio dall’altra parte del viale rispetto a piazzale Alpini, davanti a Palazzo Rezzara. Dove quotidianamente sono presenti dai tre ai sette parcheggiatori improvvisati che, spesso (come ieri) sotto i fumi dell’alcol, danno indicazioni a chi arriva in auto su dove posteggiare, chiedendo in cambio – talvolta con particolare insistenza – delle monetine a chi ha parcheggiato. La zona tra il parcheggio e via Novelli,come segnalato da un nostro lettore a fine gennaio, è utilizzata sempre più spesso anche come «toilette» all’aperto.
Ma il problema del degrado è sentito anche da chi vive o lavora fuori dal centro: «Da 32 anni lavoro alla Clementina – ci scrive oggi un lettore – e negli ultimi anni il degrado è avanzato in maniera continuativa. A nulla sono servite le parole degli amministratori». «Il risultato se rimproveri qualcuno perché sporca o perché infastidisce i clienti – aggiunge – è che vieni letteralmente coperto di insulti. Ormai la nostra società è alla deriva e, se avrete l’accortezza di contare di articoli così, ne avrete già scritti a centinaia e centinaia ne scriverete. Mi dispiace, ma ciò che avete visto lì io da anni lo vivo alla Clementina davanti all’indifferenza di tutte le autorità».
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