Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 01 Marzo 2019
Da gestore di bar a ricco imprenditore
Mafia, sequestrati beni per 15 milioni
Si tratta di un 31enne siciliano che vive a Brescia, una delle sue società aveva sede in pieno centro a Bergamo. Nelle sue disponibilità anche un dipinto valutato 6 milioni di euro.
Beni per un valore di 15 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla direzione investigativa antimafia su ordine della sezione misure di prevenzione del tribunale di Caltanissetta, all’imprenditore Rosario Marchese, di 31 anni, di Caltagirone , ritenuto «contiguo» al clan mafioso dei Rinzivillo di Gela. Da gestore di un bar, con la moglie, sarebbe diventato in pochi anni un ricco imprenditore. All’uomo, che vive a Brescia dove risulta sottoposto a sorveglianza speciale e a obbligo di soggiorno, sono state sequestrate 11 società e 2 ditte individuali, con sedi nella stessa Brescia, a Bergamo, Milano, Torino, Verona, Roma e Gela, operanti nei settori della consulenza amministrativa, finanziaria e aziendale, della sponsorizzazione di eventi e del marketing sportivo, del noleggio di autovetture e mezzi di trasporto marittimi ed aerei, del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti petroliferi, di studi medici specialistici, della fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e della gestione di bar.
Sequestrato anche uno dei capolavori del XVII secolo del pittore fiammingo Jacob Jordaens, del valore commerciale di 6 milioni di euro (vedi foto) che faceva bella mostra di sè nella sede della sua holding, la «Marchese Group Spa», al n.8 di via Montenapoleone, a Milano. La Dia ha apposto i sigilli inoltre a una sala «Vip Lounge» e una società di noleggio di vetture di lusso che Marchese aveva avviato presso l’aeroporto «Valerio Catullo» di Verona, a 5 edifici in varie regioni e a una società con sede a Roma, che cura sponsorizzazioni e partecipazioni a prestigiosi campionati monomarca di auto da competizione. Sequestrati anche 50 rapporti bancari. Per il tribunale nisseno e la direzione investigativa antimafia il repentino incremento della ricchezza di Marchese è ritenuto «anomalo» rispetto ai redditi dichiarati e di sospetta provenienza illecita. Marchese risulta già coinvolto in precedenti operazioni anticrimine denominate «Cash flow» e “Cruis».
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