Covid: scuola, shopping, spostamenti
Quello che ci aspetta per Natale - Il punto

Proviamo a fare il punto in attesa del monitoraggio di venerdì 27 novembre e del nuovo Dpcm in vigore dal 4 dicembre.

Riaprire tutte le scuole, arrivare all’esaurimento delle zone rosse, consentire gli spostamenti tra le sole regioni in zona gialla, lasciare chiusi gli impianti da sci durante le festività, trovando in tal senso un’intesa a livello europeo. Paiono queste le linee che il governo, assieme al Cts, starebbe valutando per inserirle nel decreto destinato a definire le regole anti-virus dal 4 dicembre e per le festività natalizie.

Scuola

Le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico e della stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sembrano aver trovato terreno fertile con Palazzo Chigi che si prepara a riaprire le scuole già prima di Natale. A spiegarlo è stato lo stesso presidente del consiglio, Giuseppe Conte. «Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo», ha detto a Otto e mezzo, su La7. A fargli eco è proprio Lucia Azzolina che a Sette Storie, su Rai Uno, aveva anticipato che «se i contagi andranno giù, e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni, mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno graduale degli studenti in classe». A dieci giorni dalla scadenza del Dpcm e in vista di un nuovo provvedimento anti-covid di palazzo Chigi, dunque, sembrano farsi più chiare le intenzioni del governo sul tema scuole, anche se in alcune regioni restano timori e perplessità.

«Le scuole devono, non possono, ma devono, restare aperte», sono state questa mattina le parole del responsabile del Cts Agostino Miozzo, il quale ha sottolineato che se «avremo momenti analoghi all’estate l’evoluzione dell’epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane». «Avremo una generazione di liceali che andrà all’esame di Stato avendo perso il contatto fisico con l’universo scolastico per quasi un anno - ha concluso -. Un danno incommensurabile». «Siamo consapevoli del fatto che servono ancora molti sforzi, ma siamo pronti a farli - ha detto la ministra Azzolina -. Perché la scuola è lo spazio dedicato ai nostri ragazzi dove imparare, socializzare, crescere, interagire. È il luogo dove trascorrono gran parte del loro tempo e per questo deve essere un ambiente protetto, accogliente e sicuro».

Shopping natalizio

Venerdì 27 novembre ci sarà il nuovo monitoraggio e dunque prima del fine settimana, ribadiscono fonti dell’esecutivo, non si metterà mano al nuovo provvedimento. Il governo Conte parrebbe orientato a introdurre queste misure per il Natale (ma siamo ancora nel quadro delle ipotesi): verrà allentato il coprifuoco (alle 23 o alle 24), sarà consentito lo shopping, con i negozi che potranno rimanere aperti in una fascia oraria più ampia per evitare assembramenti. Ci sarà anche l’apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi e saranno contingentati gli ingressi non solo nei negozi ma anche in strade e piazze, soprattutto in alcune grandi città e nel weekend, con un aumento generale dei controlli.

Spostamento tra Regioni

Ancora in dubbio invece l’apertura serale di pub e ristoranti mentre per quanto riguarda gli spostamenti tra le Regioni, saranno consentiti quelli nelle zone gialle. Al riguardo, va considerato che l’esecutivo confida di vedere ampliata la platea di queste ultime, stando anche alle parole del premier Giuseppe Conte: «Sullo spostamento tra regioni a Natale ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc».

Impianti sciistici

Le Regioni sono in pressing: lo stop allo sci e alle vacanze sulla neve a Natale - ribadiscono i governatori - provocherebbe «un danno irreversibile». L’antidoto? La riapertura in sicurezza secondo le linee le linee guida stilate per la stagione bianca (alle quali si stanno preparando anche gli operatori bergamaschi): tetto massimo agli skipass giornalieri, presenze su funivie e cabinovie ridotta al 50%, acquisto on line dei biglietti. In ballo ci sono migliaia di imprese e posti di lavoro, con un indotto stimato in circa 10-12 miliardi di euro secondo le prime stime circolate in queste ore.

Per il momento però il governo resta fermo sul no. Con ancora 600 morti al giorno, liquida la questione il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia «non ci sono le condizioni», dunque solo parlarne è «fuori luogo». Gli fa eco Roberto Speranza: «Le misure restrittive sono e restano indispensabili». È ovvio però - e il governo ne è consapevole - che se salta il Natale sulla neve - sarà necessario mettere le mani al portafoglio per trovare i fondi e ristorare l’intero settore.

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