Covid e case di riposo: «Isolamento anacronistico». L’appello della Cisl

Ogni nuovo utente deve rinunciare agli affetti per 15 giorni. «Qualcuno dovrà spiegare la “ratio” di un provvedimento ormai anacronistico, che puzza solo di burocratese».

Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl di Bergamo, se la prende con la “regola”, impartita da Regione e Ats alle Rsa, di mettere in “isolamento” per 15 giorni ogni nuovo ospite che entri nella struttura, anche se – come è ormai facile immaginare – si tratta di persone che per l’età sono già vaccinate e entrano in una struttura di vaccinati.

L’esempio più eclatante riferito alla Fnp di Bergamo riguarda una donna che quotidianamente frequenta il Centro Diurno all’interno di una Rsa. È stata vaccinata con entrambe le dose; viene settimanalmente monitorata con tamponi e ogni giorno entra e esce dalla struttura senza alcun problema. Ebbene, la stessa donna, in lista d’attesa nella Rsa, se fosse chiamata dovrebbe stare in isolamento per quindici giorni. Per due settimane, cioè, perderebbe ogni contatto con figli e parenti che invece, adesso, vede ogni giorno. L’unica finestra potrebbe essere il cellulare, strumento che la signora ha già ampiamente dimostrato di non essere in grado di sfruttare come possibilità di contatto.

«Di condizioni analoghe ce ne sono tante, purtroppo, e sinceramente si fa fatica a capire il motivo di una decisione che avrebbe potuto essere idonea fino all’arrivo dei vaccini. Molte famiglie rimangono naturalmente restie a “abbandonare” i propri cari per così lungo tempo e di questo finiscono ancora di farne le spese le Rsa, che da un anno faticano a far quadrare i bilanci. Fnp chiede ufficialmente che Ats e Regione rivedano questa regola oggettivamente inutile e contribuiscano a rendere ancora le Rsa luoghi accoglienti e sereni sia per gli ospiti che per i familiari».

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