Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 05 Novembre 2020
Covid, a Bergamo c’è Ranieri Guerra
Sentito vice direttore dell’Oms
È in corso nella mattinata di giovedì 5 novembre l’interrogatorio di Ranieri Guerra, vice direttore generale dell’Oms, nell’ambito dell’inchiesta sulla pandemia di Covid aperta dalla Procura di Bergamo.
Guerra, che viene sentito dai pm bergamaschi come persona informata sui fatti, è entrato in procura alle 11,10. Il medico all’ingresso non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti.
Uno degli argomenti sarà sicuramente l’analisi sulla situazione della pandemia in Italia, firmata anche da Guerra, pubblicata a maggio sul sito dell’Oms e poi dopo 24 ore sparito. Dovrà rispondere anche a domande sul piano pandemico del 2016 che, secondo l’accusa, non sarebbe stato aggiornato e ricalcherebbe pari pari quello del 2006.
Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Antonio Chiappani, dall’aggiunto Rota e dai pm del pool, gli inquirenti hanno ascoltato tantissimi testimoni finora tra cui anche ministri e vertici regionali (il governatore Fontana e l’assessore al Welfare Gallera), oltre ai componenti del Comitato tecnico scientifico e a diversi esperti, come il virologo Galli, e altri ne saranno convocati.
Lo scorso 22 ottobre, la Guardia di Finanza aveva effettuato acquisizioni in particolare nel filone che riguarda l’ospedale di Alzano, tranche nella quale sono indagati per epidemia colposa l’ex dg del Welfare lombardo Luigi Cajazzo, l’allora suo vice Marco Salmoiraghi, la dirigente Aida Andreassi, oltre a Francesco Locati e Roberto Cosentina, il primo dg e il secondo ormai ex direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, questi ultimi due anche per falso ideologico.
Gli esiti «delle indagini sinora condotte», hanno messo nero su bianco i pm, hanno accertato che Locati e Cosentina avrebbero dichiarato il falso «in atti pubblici» quando, nel caso dell’anomala chiusura e riapertura il 23 febbraio in poche ore del pronto soccorso di Alzano Lombardo, scrissero che erano state adottate «tutte le misure previste», perché in realtà era «incompleta» la «sanificazione del Pronto Soccorso e dei reparti del Presidio».
Sempre il 22 ottobre, tra l’altro, sono state acquisite chat, mail e comunicazioni anche di Gallera e del presidente dell’ISS e membro del Comitato tecnico scientifico Silvio Brusaferro (entrambi non indagati). I pm con tutte queste attività, e anche con le testimonianze raccolte, vogliono ricostruire le «interlocuzioni» e la «catena decisionale», tra il 21 febbraio e fino al 30 giugno, e ad ampio raggio. Tra i punti al vaglio, infatti, anche le «determinazioni e valutazioni in ordine al contenimento locale dell’epidemia» e alla «eventuale istituzione di ”zone rosse”».
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