Covid-19, lutto tra le forze dell’ordine
Bergamo, morto un carabiniere di 47 anni

Claudio Polzoni, aveva una figlia di 10 anni, è deceduto la scorsa notte all’ospedale San Donato di Milano.

Claudio Polzoni aveva 47 anni, era appuntato scelto dell’Arma, ed è morto la notte scorsa all’ospedale San Donato di Milano, dov’era ricoverato da alcuni giorni per il coronavirus. Il militare era in servizio da anni alla centrale operativa del comando provinciale di via delle Valli a Bergamo.

Sposato, lascia una figlia di 10 anni. Grande il cordoglio tra i colleghi. Si tratta della prima vittima tra le forze dell’ordine del Covid-19 a Bergamo (in Liguaria qualche giorno fa aveva perso la vita un altro carabiniere, Massimiliano Maggi, 53 anni, maresciallo maggiore addetto alla stazione di La Spezia Principale).

Le sue condizioni si sono rapidamente aggravate: il carabiniere era intubato da qualche giorno, fino al drammatico epilogo di questa notte.

«Partecipo con sentimenti di profondo cordoglio al dolore della famiglia dell’Appuntato Scelto Qualifica Speciale dei Carabinieri, vittima del coronavirus», lo scrive in una nota il Sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo appresa la notizia del decesso.

Tofalo, nel suo messaggio, esprime «vicinanza a tutti gli italiani che, in queste drammatiche ore di emergenza, stanno piangendo i propri cari».

«Come carabiniere e come cittadino mi auguro che quell’immagine di camion militari in fila per le vie di Bergamo, certamente dirompente, serva a fare riflettere le persone che oggi si muovono in modo eccessivo e che non rispettano le prescrizioni delle autorità cittadine e sanitarie». A parlare, in un colloquio telefonico con l’Ansa, è il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo. E’ lui che, in stretta collaborazione con l’Esercito che ha messo a disposizione una decina di camion e diversi uomini, ha gestito un intervento di straordinaria delicatezza, nel pieno dell’emergenza Covid: il trasporto delle salme da Bergamo ad altre province italiane, perché nei cimiteri del comune lombardo non c’era più posto. Una scena che ha suscitato grande impressione e dolore, e a cui gli italiani hanno reagito con centinaia di messaggi di vicinanza e solidarietà sui social network. Post quasi sempre corredati dall’invito rivolto a tutti, ancora una volta, a “restare a casa» per evitare il contagio, aiutando così concretamente gli ospedali e le altre strutture sanitarie ormai sull’orlo del collasso per via dell’elevatissimo numero di malati che necessitano il ricovero. «Sicuramente - riflette il comandante - quelle foto dimostrano una delle tante sfaccettature di questa emergenza. Mi auguro che sia utile». All’operazione di mercoledì, sottolinea Storoni, hanno lavorato le forze armate in modo sinergico, sia per il trasporto logistico che per l’individuazione dei siti in cui fare arrivare le bare. «Il numero elevato di decessi - sottolinea - ha portato ad una situazione che inevitabilmente le strutture cimiteriali non sono riuscite più a gestire. E noi, carabinieri ed Esercito, ci siamo messi a disposizione. Perché quando le strutture civili sono in crisi, lo Stato interviene anche con le forze armate e con lo strumento militare per ridurre, per quanto possibile, il disagio e le sofferenze della popolazione. E l’operazione di mercoledì è andata in questa direzione».

(ANSA).

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