Corsa al mattone, primi in Lombardia
Compravendite cresciute del 16,5%

Gli ultimi numeri mettono alle spalle una crisi che, nel settore, è stata pesantissima; nemmeno il tempo di sorridere, però, ed ecco che l’emergenza-coronavirus già guasta lo scenario.

Il dato di partenza è questo: con un +16,5%, Bergamo nel 2019 è stato il capoluogo lombardo che è più cresciuto in fatto di compravendite immobiliari. «Ma l’ultima settimana, con l’allarme per l’epidemia, ha svuotato le agenzie immobiliari: le sensazioni non sono buone, per niente», riflette Gianfederico Belotti, direttore dell’Osservatorio Immobiliare Case Terreni.Le cifre le ha snocciolate il nuovo report (con dati ancora provvisori, ma sicuramente attendibili) dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle Entrate: dalle 1.582 compravendite del 2018, nel capoluogo si è saliti alle 1.844 degli ultimi dodici mesi. Un balzo (appunto del +16,5%) che non ha eguali nelle altre città della regione, posto che comunque tutta la Lombardia cresce (+5,9%, da 123.411 a 130.677 compravendite): Brescia capoluogo segna +13,3, Como +10,4%, mentre Milano «rallenta» al +6,9. Va bene, nel complesso, anche il resto della provincia orobica, che segna un +7,4%.

«È l’onda lunga di Milano - riflette Belotti -. Nel mercato immobiliare, guardare a quel che succede a Milano è quasi sempre anticipatorio: se Milano cresce di molto, negli anni seguenti anche Bergamo cresce parecchio; se viceversa Milano cala, anche Bergamo si sgonfia. I dati positivi confermano che il mercato immobiliare sta vivendo una nuova primavera, dopo gli anni durissimi della crisi iniziata nel 2007-2008».La «geografia»La fotografia si sposta sul capoluogo orobico, quartiere per quartiere.

«È una situazione a macchia di leopardo, sia per le compravendite sia per i prezzi - prosegue Belotti -. L’offerta di nuovi immobili è limitata numericamente e riguarda solo l’alta gamma; le zone dove il mercato è più interessante sono sicuramente viale Vittorio Emanuele, la “conca” delle piscine e la Conca d’oro, ma anche il quartiere Finardi. Per la posizione ottimale, a ridosso della Maresana e del Parco dei Colli, sono parecchio appetite poi la zona Conca Fiorita e Valtesse, in fase espansiva. Nei borghi, se da un lato la vicinanza strategica ai servizi e al centro è importante, e parlo di Borgo San Leonardo, le Cinque Vie e Piazza Pontida, per la parte di Borgo Palazzo da piazza Sant’Anna a via Camozzi, il problema più grosso è la mancanza del box o del posto auto. In periferia i prezzi restano stazionari e il mercato si mantiene comunque vivace, ma con un deficit per alcuni quartieri specifici: in quelli più esposti alle rotte degli aerei, la domanda crolla. C’è il recupero delle aree dismesse, ancora di là da venire».

La nota dolente, in un mercato che pure s’è decisamente ravvivato, è il possibile effetto-coronavirus anche su questo segmento dell’economia. «Posso fare un esempio concreto – conclude Belotti –. Nella prima settimana di misure restrittive, le agenzie immobiliari hanno lavorato regolarmente, anzi c’è stato un incremento considerevole degli appuntamenti. Poi, però, nella seconda settimana il lavoro è crollato: è subentrata l’apprensione, la prudenza. In tanti la prossima settimana faranno orari ridotti. È una situazione che può bloccare il mercato e ribaltare le previsioni ottimistiche che si erano fatte per il 2020».

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