Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 16 Aprile 2020
Coronavirus, il 13,8% dei decessi
senza malattie pregresse - Infografica
Il 35% dei morti in Bergamasca soffriva di patologie cardiovascolari. Incidono anche più combinazioni tra diabete, problemi respiratori e tumori.
Ormai è chiaro che la distinzione tra morti «con» e morti «per» il coronavirus sia stato solo un maldestro artificio lessicale. A un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza, inondati ogni giorno dai dati, la precisazione nata durante le conferenze stampa della Protezione civile è stata superata dai fatti. Tragici, purtroppo. Soprattutto in provincia di Bergamo, la distinzione risulta irreale e poco rispettosa del dolore che stanno vivendo migliaia di famiglie. Dal 23 febbraio a ieri le cifre ufficiali dicono che sono morte 2.780 persone. Il bilancio però non è completo, perché - come dimostrato da un’indagine lanciata da L’Eco - i decessi reali sono 5.700, di cui 4.800 riconducibili al coronavirus. Un anno fa, a marzo, i morti in tutta la provincia erano stati 886.
È irrealistico, in assenza di un’altra catastrofe ad eccezione della pandemia, pensare che queste persone siano venute a mancare «con» il coronavirus e che quindi sarebbero morte comunque. Lo raccontano le testimonianze di tanti figli e nipoti che piangono nonni, mamme e papà in salute in a poche settimane fa. Magari con qualche problema cronico, ma con molti anni ancora da vivere.
Per analizzare quanto le malattie pregresse abbiano inciso sulle condizioni di salute bisogna affidarsi ai dati. Grazie a un leak di informazioni dei report ufficiali regionali è possibile verificare se le persone morte in provincia di Bergamo soffrissero di altre patologie oltre al Covid-19. I report indicano quattro macro aree: malattie cardiovascolari, respiratorie, oncologiche, diabete/metaboliche. In molti casi il decesso per coronavirus avviene in presenza di più malattie che rientrano nei quattro campi.
Nel monitoraggio sono tracciati anche i malati che non avevano patologie rientranti nelle quattro macro aree e che quindi vengono identificati senza patologie pregresse. Secondo l’aggiornamento a martedì 14 aprile si parla di 381 persone pari al 13,8% del totale dei decessi. L’incidenza maggiore spetta alle malattie cardiovascolari di cui era affetto il 35% dei deceduti totali, una prevalenza che si registra in quasi tutte le fasce d’età. Segue la combinazione tra cardiovascolari e metaboliche con il 17,6%.
L’incidenza del pregresso è molto simile ai dati registrati nelle altre province lombarde. A livello regionale il 14% del totale non aveva patologie pregresse, il 34,2% malattie cardiovascolari. Le indagini svolte dall’istituto superiore di sanità, più approfondite e disponibili solo a livello nazionale, analizzano invece tutti gli aspetti clinici ed entrano nel dettaglio citando cause più precise come «scompenso cardiaco», «fibrillazione atriale», «epatopatia cronica». Secondo i dati diffusi dall’Iss, aggiornati al 13 aprile e riferiti all’analisi delle cartelle cliniche di 1.596 deceduti, «complessivamente il 3,3% del campione presentava zero patologie, l’1,4% presentava una patologia, il 20,7% due e il 61,5% tre o più».
Non è semplice, nemmeno per un medico, capire quale sia la reale causa di morte, soprattutto se ci si si trova di fronte a condizioni di salute difficili o comunque non perfette. Il coronavirus è un’oggettiva causa di morte perché spesso compromette una condizione già complicata. E quindi i pazienti muoiono «per» il coronavirus.
Alla termine del 2020 si potrà fare un bilancio coerente rispetto al passato, ma già ora è chiaro che in provincia di Bergamo il covid-19 sarà una delle principali cause di morte. Basta osservare gli ultimi dati Istat, relativi al 2017, per capire la dimensione attuale del fenomeno rispetto ad altre cause. Tre anni fa i bergamaschi sono morti soprattutto per tumori (3.369 persone), malattie del sistema circolatorio (3.289), malattie del sistema respiratorio (734). In quest’ultimo campo rientrano anche le polmoniti, che in tutto il 2017 sono state letali per 225 bergamaschi. Per dare un riferimento più chiaro, nelle 24 ore tra il 20 e il 21 marzo scorso in Bergamasca sono morte 256 persone per il coronavirus.
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