Coronavirus, allerta «bimbi Kawasaki»
«Sindromi infiammatorie in aumento»

«Oltre ad un aumento dei casi di Kawasaki, si stanno osservando sindromi infiammatorie con febbre alta che possono coinvolgere anche altri organi» spiega all’Ansa il cardiologo pediatrico del Papa Giovanni Matteo Ciuffreda.

In genere risponde alle terapie e i bambini guariscono, ma a volte può presentare una complicanza temibile e grave che è l’infiammazione delle arterie del cuore. È la malattia di Kawasaki, un’infiammazione dei vasi sanguigni che colpisce i più piccoli, e che negli ultimi mesi sta facendo registrare un aumento dei casi in coincidenza con l’epidemia di Covid-19, in Italia e all’estero. Ad osservare il fenomeno sono stati medici e pediatri dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, secondo i quali potrebbe esserci un legame con il virus SarsCov2.

Il fenomeno è stato segnalato anche in Spagna, Svizzera, Gran Bretagna e Francia, ed è in crescita. Proprio il ministro della Salute francese, Olivier Veran, ha detto di prendere «molto sul serio» tale patologia, che nel Paese coinvolge una quindicina di bambini, pur sottolineando che non ci sono ancora elementi sufficienti per collegare questa affezione al coronavirus. A puntare i riflettori sui «bambini Kawasaki», malattia più diffusa in Asia e che prende il nome dal suo scopritore, in Italia sono stati i pediatri e cardiologi dell’Ospedale bergamasco, che in un mese hanno registrato un numero di casi pari a quelli degli ultimi 3 anni. Per la casistica degli ultimi 2 mesi, affermano, il responsabile è il nuovo Coronavirus.

Inoltre si è visto che questi pazienti hanno delle forme più severe delle malattia e talora necessitano di cure intensive. I sintomi tipici sono la febbre elevata persistente, un’eruzione cutanea, delle alterazioni delle mucose e delle estremità, ma sono le complicanze alle arterie del cuore a preoccupare maggiormente.

Si è detto che i bambini sono protetti dallo sviluppare forme gravi di polmonite da Covid-19, spiega Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria al Papa Giovanni XXIII, «ma nonostante ciò, stiamo imparando che questo virus può causare anche altre patologie, attivando il sistema immunitario dell’ospite e inducendo una risposta infiammatoria anche a distanza di tempo dall’infezione». Infatti, sottolinea all’Ansa il cardiologo pediatrico Matteo Ciuffreda dello stesso ospedale, «oltre a un aumento dei casi di Kawasaki, si stanno osservando sindromi infiammatorie con febbre alta che possono coinvolgere anche altri organi e tale infiammazione si presenta simile alla forma più grave di infiammazione polmonare del Covid-19. Vari di questi bambini sono risultati positivi al SarsCov2 o comunque i test sierologici rivelano che sono entrati in contatto col virus. Casi ci sono stati in vari Paesi, ed in Gran Bretagna, dove è stata diramata un’allerta, si sono registrati anche dei decessi». In passato alcuni virus della famiglia dei coronavirus sono stati considerati come probabili induttori della Malattia di Kawasaki ed il SarsCov2, concludono i medici, potrebbe essere tra questi.

Invita però alla cautela Alberto Villani, membro della Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (Cts) e presidente della Società italiana di Pediatria: «Ad oggi non è dimostrato alcun nesso con il SarsCov2 ma si sta monitorando la situazione. In Italia si verificano circa 250 casi l’anno di Kawasaki e stiamo raccogliendo i dati per verificare. Ma al momento - conclude - non ci sono elementi di preoccupazione».

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