Confesercenti: «Saldi ok per la ripresa
ma sarebbe meglio posticipare l’inizio»

Anche Bergamo si prepara all’inizio dei saldi, appuntamento sempre molto atteso dai consumatori. Confesercenti: «È ormai risaputo che oltre il 30% dei ricavi delle aziende del settore abbigliamento viene realizzato a prezzi non remunerativi e questo non è certamente un segnale positivo».

Si comincia martedì 5 gennaio. «La speranza è che i saldi contribuiscano a consolidare i segnali di ripresa riscontrati anche durante il periodo natalizio – sottolinea Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. In altre città, dove gli sconti sono iniziati in anticipo, il primo bilancio è positivo. Nel caso di Bergamo Città, un aiuto arriverà dalla revoca delle targhe alterne: il provvedimento, se fosse rimasto in vigore, avrebbe ostacolato l’accesso al centro, penalizzando le attività commerciali. Non sarà così e non possiamo che esserne soddisfatti. Apprezzabile anche l’iniziativa di incentivo alla mobilità pubblica adottata da Atb per i prossimi giorni».

Come ogni anno, però, si ripropone il dibattito sull’effettiva utilità dei saldi. Le associazioni dei consumatori hanno proposto di abolirli, ritenendo che siano una prassi ormai superata dalle dinamiche di un mercato che propone in continuazione attività promozionali. Si sono sollevati anche dubbi circa la trasparenza e le modalità con cui si svolgono. «Bisogna capire se si possano ancora definire saldi queste vendite il cui inizio è programmato all’inizio dell’inverno e non alla fine della stagione invernale e non certo per volere dei piccoli distributori - prosegue Caselli - Stiamo ormai entrando in un’ottica che considera normale lo sconto, senza comprendere gli sforzi immani che gli imprenditori del settore devono sostenere per rimanere sul mercato. È ormai risaputo che oltre il 30% dei ricavi delle aziende del settore abbigliamento viene realizzato a prezzi non remunerativi e questo non è certamente un segnale positivo. Dobbiamo avere il coraggio di parlare di vendite promozionali di Natale e non di “saldi di fine stagione”, perché all’inizio di gennaio la stagione invernale deve ancora entrare nel pieno della sua estensione».

Sulla necessità di affermare poche regole, ma chiare, anche a tutela dei consumatori, Confesercenti non dubita: «Dal nord al sud la categoria è compatta nel chiedere lo slittamento e la data unica di inizio – conclude Caselli - ed è sempre più urgente una riforma legislativa del settore che preveda una data concordata d’inizio dei saldi verso la fine della stagione e su questo è necessario un confronto serio fra tutte le Regioni e lo Stato. Solo arrivando a definire il periodo dei saldi, magari più in prossimità del cambio stagionale, si può pensare di fare incontrare le esigenze imprenditoriali degli operatori commerciali con quelle dei consumatori che chiedono trasparenza e regole certe per i loro acquisti a prezzi vantaggiosi».

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