Confcommercio Lombardia:
«Zona rossa, un colpo durissimo»

Il vicepresidente vicario Carlo Massoletti: «Provvedimento feroce. Servono interventi di emergenza, risarcimenti veloci e soprattutto sostanziali».

Covid: la zona rossa rischia di infliggere il colpo finale ad un sistema commerciale lombardo già in ginocchio. È l’allarme lanciato da Confcommercio Lombardia dopo la prevista decisione del passaggio della Regione in zona rossa a partire da domenica. «Non solo la crisi terribile in cui versano pubblici esercizi; ora il nuovo giro di vite, un provvedimento feroce che andrà ad infierire anche su tante attività commerciali che hanno già sopportato il lockdown di novembre e le chiusure di dicembre. E tra l’altro nel pieno della stagione dei saldi. Non esageriamo se parliamo di provvedimento feroce, un disastro» commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

I dati apparivano in miglioramento ma la stretta sugli indici introdotti dal nuovo Dpcm ha spento le speranze per tanti esercizi commerciali che si aspettavano una timida boccata di ossigeno dai saldi invernali. Ora la zona rossa rischia di essere la pietra tombale definitiva. «Sarà una débacle per tanti negozi di abbigliamento, di calzature, di casalinghi, di pelletterie e valigerie. Non si può finire in zona rossa da un giorno all’altro». «Dobbiamo renderci conto che a rischio c’è la tenuta di un sistema economico già al limite perché il tessuto commerciale delle nostre città è già fortemente compromesso da mesi di restrizioni della mobilità e di vero caos normativo, con il consumatore costretto a destreggiarsi tra regole e divieti che cambiano di giorno in giorno» osserva Massoletti. «Una stagione di vendite promozionali – prosegue Massoletti - peraltro già fortemente penalizzata in partenza – con un calo della spesa a famiglia stimata in almeno 70 euro rispetto allo scorso anno – che però ora in Lombardia sarà definitivamente compromessa».

L’inserimento della Regione in zona rossa andrà a chiudere nuovamente gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature impattando su 34mila imprese dell’intera filiera moda. Ancora una volta a tutto vantaggio del solo commercio online. «A questo punto non c’è un comparto del terziario lombardo che non sia colpito dalle restrizioni; se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci e sostanziali la tenuta del sistema è appesa ad un filo. Così come la vita di tanti centri storici e delle vie commerciali delle città», conclude Massoletti.

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