Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 15 Aprile 2020
Commercio: poche riaperture dei negozi
Nessun assalto: orari ridotti, si entra a turni
È ancora la fase «uno virgola qualcosa». Il primo allentamento al lockdown ha cambiato in realtà ben poco, in Lombardia e a Bergamo.
Le librerie sono restate chiuse (lo ha deciso la Regione smarcandosi dal governo, sono aperte invece le corsie dedicate all’interno dei supermercati), i negozi di abbigliamento per bambini hanno invece riaperto. Non senza incertezze, però, perché il mix tra il Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte il 10 aprile e l’ordinanza di Regione Lombardia vergata il giorno successivo dal governatore Attilio Fontana ha creato una zona grigia d’interpretazione che ha indotto molti commercianti alla prudenza. E cioè: nel dubbio è meglio aprire e incassare qualcosa ma rischiare una sanzione, oppure conviene prolungare la serrata?
Esempio pratico dal cuore del salotto cittadino. Via Pignolo bassa, negozio «Tip tap Scarpe bimbi». Sembrerebbe rientrare tra gli esercizi a cui è consentito riaprire, invece no. «No, il mio negozio non può riaprire - sospira la titolare, Barbara Caprini -. Il mio codice Ateco (la classificazione delle attività economiche, ndr) è quello del commercio di calzature, benché il negozio sia specializzato in calzature per bambini: dunque non posso. Mi sembra paradossale, ma mi attengo alle normative. Allora, nel frattempo mi porto avanti nella sanificazione dei locali».
In città, peraltro, anche alcune catene sono ancora ferme: la Prénatal di via Camozzi ieri era chiusa (in tutta la Lombardia hanno già riaperto solo quattro punti vendita tra Como, Lodi, Varese e Sondrio) ma probabilmente tornerà al lavoro la prossima settimana, idem per il Petit Bateau di via XX Settembre. Chi apre lo fa con particolari limitazioni: La Culla, negozio di via Grumello a Bergamo, è aperto solo per l’abbigliamento neonato (e non per esempio per i passeggini) e solo dalle 9 alle 12,30. Tra le grandi insegne fuori dal capoluogo, Bimbo Store (punti vendita a Curno e Albano Sant’Alessandro) ha scelto di aprire solo due giorni, il 14 e il 17 aprile, dalle 9 alle 17. Non c’è stato assalto, comunque.
Con alcune restrizioni sono attivi anche i negozi di elettronica. Via XX Settembre, metà mattina, Unieuro: si entra contingentati, e all’ingresso un dipendente distribuisce guanti o porge gel igienizzante per le mani. Non mancano i controlli della polizia locale: «La situazione oggi (ieri per chi legge, ndr) è parsa sotto controllo, non ci sono state criticità», rileva la comandante Gabriella Messina. Nel viale dello shopping cittadino, tutte le altre saracinesche sono abbassate, ma i passanti paiono più del solito; in tanti sono «muniti» di cane, ma in qualche caso si vedono anche coppie bighellonare.
«Le riaperture sono state molto contenute - commenta Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. In Lombardia, le librerie e le cartolerie non hanno riaperto: dico di essere d’accordo, anche se va contro l’interesse economico della categoria. La libreria è un luogo dove si entra, ci si confronta, si sfogliano i libri. I rischi, a oggi, ci sono. Queste riaperture servono più per la testa dei commercianti, che per la cassa: ora stiamo facendo anche da psicologi, perché vedere la propria attività ferma crea frustrazione». Il tema di giornata resta quello di qualche incertezza nella normativa, nel sovrapporsi di decisioni statali e regionali: «C’è un po’ di confusione - rimarca Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Per esempio, i grandi negozi di prodotti per bambini vendono anche i passeggini, ma non è chiaro se a oggi anche quei prodotti possano essere venduti. Nei cittadini c’è ancora molto timore a fare acquisti: le riaperture dunque non sono per risolvere la crisi dei consumi, ma per rispondere alle urgenze delle persone». Peraltro, tra alcuni commercianti è sorto un dubbio: per chi riapre già ora, decadranno contributi statali e credito d’imposta previsti per la crisi da Covid? «È un punto posto da molti: sembrerebbe di no», spiega Rossi.
A macchia di leopardo, comunque, la città ritrova alcune vetrine e insegne. Per esempio i lavasecco («La pulizia a fondo eseguita nelle lavasecco artigiane professionali garantisce un’efficacia di abbattimento per tutti i principali ceppi microbici, e in alcuni casi raggiunge livelli di vera e propria sanificazione», spiegano dal Lavasecco Orietta di via della Vittoria, in città, zona Colognola) e le officine. A proposito, un tarlo inizia ad assillare i cittadini: dal 15 aprile al 15 maggio si apre la finestra del cambio gomme invernali-estive. Ci saranno proroghe? «Sul tema non ci sono norme specifiche, siamo in attesa di sviluppi», è il commento della comandante Messina. Per quanto riguarda le officine, orari limitati e servizi su appuntamento.
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