Città Alta, ecco come è cambiata
L’analisi su «L’Eco» di oggi

Città Alta, dal punto di vista demografico, è lo specchio del Paese. Invecchia. Consolida la presenza di ultra sessantacinquenni, perde i giovani tra i 20 e i 34 anni e conta famiglie sempre meno numerose.

Negli ultimi 30 anni il centro storico ha perso il 24% delle famiglie, a fronte di una crescita dei nuclei monogenitoriali. È quanto emerge dalla ricerca commissionata dal Comune ad Ancsa (Associazione nazionale centri storico-artistici), studio che per molti versi conferma informazioni già note.

L’invecchiamento della popolazione e il calo di nuclei familiari tradizionali non sono una peculiarità esclusiva del centro storico, ma condizioni diffuse in tutti i quartieri della città. Fisiologiche, verrebbe da dire. «L’effetto invecchiamento non è da considerarsi un fenomeno allarmante rispetto a quanto sta accadendo nel resto di Bergamo», spiega Marika Fior, l’urbanista del Politecnico di Milano che ha redatto lo studio. Le politiche urbane capaci di contrastare il fenomeno vanno calibrate sull’intera area urbana, tenendo però presente che il centro storico risulta tra i quartieri di Bergamo che da sempre registrano il maggior numero di persone sole. A fronte di un calo dei residenti aumentano in maniera esponenziale i turisti.

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