Chiuse le indagini sugli ultrà:
«Solo 20 giorni per le difese»

La procura ha mandato l’avviso a 20 imputati. Riva: «Tempi assurdi con l’emergenza coronavirus».

L’avviso di conclusione delle indagini è arrivato giovedì per 20 ultrà atalantini, che da indagati diventano imputati e andranno a processo per l’irruzione al Mandela Forum di Firenze del 27 febbraio 2019. Hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive, farsi interrogare e raccogliere testimonianze.

«Tempi assurdi per le difese - commenta l’avvocato Federico Riva, che insieme al collega Giovanni Adami assiste gli ultrà - in questa situazione di emergenza legata al coronavirus. Io e il collega, che viene da Udine, dovremmo incontrarci con i nostri assistiti, ma come potremmo fare con le misure di sicurezza imposte dal governo? Tra l’altro alcuni sono ai Alzano e Albino, paesi in cui il virus ha colpito in maniera massiccia. In 20 giorni dovremo presentare le nostre richieste tramite posta certificata, farci dare copia degli atti e chiedere al pm l’interrogatorio per almeno 7-8 persone. Premetto che non accetteremo deleghe ma chiederemo al sostituto procuratore Massimo Bonfiglio di sentire di persona i nostri assistiti. Voglio vedere come farà. Anche se ci fosse la possibilità di una videoconferenza, come potremmo firmare i verbali?». Gli ultrà nerazzurri (inizialmente 28, poi ridotti a 20) sono accusati di aver forzato il cancello del palasport Nelson Mandela Forum, confinante con l’area riservata ai tifosi ospiti, per andare a «caccia» dei rivali viola. Rivali che però non erano lì, e così dopo 8 minuti gli atalantini erano tornati sui pullman. Le telecamere dell’impianto avevano filmato un centinaio di nerazzurri, con i volti coperti e in pugno spranghe e bastoni, che avevano perlustrato l’esterno dell’impianto, urlando «Ci siete o no?», «Uscite, m...», «Conigli», «Uscite cani»: 28 erano stati identificati e poi denunciati a vario titolo per travisamento, possesso di oggetti atti a offendere, istigazione a delinquere e danneggiamento.

Ora ne restano 20 che andranno a processo. «Non si poteva aspettare, visto che non si tratta di reati gravi? - prosegue Riva - . Dopo il 22 marzo l’attività processuale riprende, ed è a discrezione dei magistrati decidere quali procedimenti portare avanti. Il danneggiamento non mi sembra che sia un reato così grave. Si tratta, alla fine, di 300 euro di una serratura da cambiare. Ben più gravi, a mio avviso, sono i fatti avvenuti quella stessa sera a Varlungo (i bergamaschi hanno invece lamentato un pestaggio ingiustificato da parte delle forze dell’ordine, ndr) ma su quanto è successo siamo ancora in attesa di sapere qualcosa».

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