Bergamo, la messa di Sant’Alessandro
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Nella messa solenne il vescovo Francesco Beschi ha posto l’accento sulla condizione di chi non fa scelta di umiltà ma la subisce e ha invitato a praticare esercizi per superare la banalità con cui si vive la quotidianità e le relazioni.

In un Duomo gremito, con la presenza di tutte le istituzioni cittadine e provinciali, si è svolta la celebrazione per il Patrono della città di Bergamo, Sant’Alessandro. Nell’omelia il vescovo Francesco Beschi ha ricordato la «peregrinatio» di Papa Giovanni nella sua terra natale e prendendo spunto dalla sua figura ha iniziato la riflessione sull’umiltà.

Monsignor Beschi ha ricordato gli umiliati, in particolare chi non fa scelta di umiltà ma la subisce e a volte sono umiliati a causa della verità e della fede. In conclusione ha indicato alcuni esercizi giornalieri di umiltà, invitando a superare la banalità con cui si vive la quotidianità e le relazioni umane.

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«Bisogna riconoscere la propria fragilità- ha detto il vescovo- e il bisogno che abbiamo degli altri», invitando a «decentrarsi da se stessi nella consapevolezza di un comune destino». «Non consideriamo l’essere umano come mezzo, ma come un fine».

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