Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 31 Dicembre 2015
«C’è chi ha ricevuto la vita da mio figlio»
L’appello di una madre: vorrei abbracciarli
«Vorrei abbracciare per una volta chi ha ricevuto la vita da mio figlio». L’appello di una madre che ha perso il suo amore più grande, poco più di due anni fa, viaggia su Facebook. E crea commenti, condivisioni e polemiche.
Lei è Francesca Marsilli, professoressa all’istituto Musatti di Dolo, che il 31 ottobre di due anni fa ha perso il figlio Giovanni, allora appena diciottenne. Nessuno poteva restituire ai suoi cari Giovanni, ma i suoi organi hanno continuato a vivere in altre persone, salvandole e ridando speranza ad altre famiglie.
Nelle ore successive alla sua morte, Giovanni ha donato diversi organi: reni, fegato, polmoni, bulbi oculari, tessuti, valvole cardiache. Adesso la madre chiede di poter abbracciare loro, anonimi per legge, rinati grazie A Giovanni. «Gli organi sono stati trapiantati all’ospedale di Padova», spiega Francesca, entrando nei dettagli per arrivare a più destinatari possibili, «mezzo fegato a Bergamo, i tessuti sono andati alla banca di Treviso e i suoi meravigliosi occhi alla banca di Mestre. Io non voglio nulla, solo poter vedere la vita per qualche persona fortunata e, spero, anche tanto tanto felice».
Stanca, stanca di tutto questo scalpore mediatico. Siete in tanti, tantissimi che mi avete portato il vostro...
Posted by Francesca Marsilli on Giovedì 31 dicembre 2015
Ora Francesca Marsilli chiede solo di poter abbracciare chi ha avuto la vita da suo figlio: «So che la legge non mi permette di conoscere i nomi dei trapiantati, ma a chi mi legge e conosce alcune delle persone che hanno ricevuto gli organi nella prima mattina del 1 novembre 2013, chiedo solo, se avete piacere, di potervi abbracciare. Solo per una volta». Un appello che ha subito commosso il web, venendo condiviso e diffuso a macchia d’olio in poche ore. Un appello che ha anche scatenato commenti e polemiche. Da qui il suo messaggio via Fb: «Stanca, stanca di tutto questo scalpore mediatico. Siete in tanti, tantissimi che mi avete portato il vostro conforto.....Esiste, si esiste ve lo confermo la solidarietà umana. Non avrei mai pensato di scatenare tutto questo....Chiedo scusa ai trapiantati di Giovanni che sicuramente mi hanno letta e probabilmente non sono ancora pronti, ma vi giuro con tutto il cuore di una mamma ......avrei voluto solo abbracciarvi una volta. Siete liberi di dire NO, non voglio abbracciarti.... oramai voi mi conoscete e conoscete anche il vostro Angelo.....Questi siamo con tutto l’amore che abbiamo potuto. Con le lacrime agli occhi vi auguro Buona Vita».
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