Camere, si vota per i presidenti
Al Senato «guida» Napolitano

Ecco che cosa accadrà nella mattinata di venerdì 23 marzo in Parlamento. E fuori va in scena la prima manifestazione di protesta della nuova legislatura. Lo sciopero della scuola indetto dai Cobas.

Il 23 marzo, inizia ufficialmente la XVIII Legislatura della Repubblica con la prima seduta delle nuove Camere, durante la quale inizieranno i lavori per l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato. L’Assemblea si riunisce per la prima seduta alle ore 10:30 con ordine del giorno «Costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio».

Nella prima seduta dopo le elezioni, infatti, il Senato è presieduto provvisoriamente dal più anziano di età, i questa legislatura sarà l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che svolgerà le funzioni allo scattare della mezzanotte di giovedì 22 marzo quando scadrà il mandato di Pietro Grasso. Questo ruolo infatti gli sarà affidato dalla procedura per l’elezione del nuovo presidente del Senato.Il senatore più anziano, in questo caso Napolitano (92 anni), aprirà la seduta di palazzo Madama alle 10,30. I sei senatori più giovani presenti alla seduta sono chiamati ad esercitare le funzioni di Segretari, secondo l’articolo 2 del Regolamento di Palazzo Madama. Il presidente provvisorio annuncerà la nomina a senatore a vita di Liliana Segre.

Alle ore 11,00 Napolitano convocherà la Giunta provvisoria per la verifica dei poteri. Poi le votazioni che saranno aperte da Napolitano e lui stesso al termine delle procedure comunicherà in Aula il risultato. Il tutto fino all’insediamento del nuovo presidente del Senato.

Ad accompagnare i lavori il primo sciopero della legislatura quello indetto dai Cobas che riguarda la Scuola Primaria e dell’Infanzia. La protesta sarà accompagnata da una manifestazione che contrariamente a quanto inizialmente previsto si terrà davanti al Miur e non a piazza Montecitorio, in concomitanza con l’insediamento delle Camere e del parere dell’Avvocatura di Stato «sull’iniqua sentenza del Consiglio di Stato contro le maestre/i diplomate magistrali». «Volevamo manifestare davanti al Parlamento per inviare ai/alle nuovi/e deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché vengano restituiti a decine di migliaia di maestre/i il diritto a insegnare e la sicurezza del posto di lavoro che si sono guadagnati in anni e anni di precariato mal retribuito. Ma la manifestazione, autorizzata in precedenza, è stata vietata all’ultimo momento dalla questura, forse - afferma il leader dei Cobas, Piero Bernocchi - per un intervento del ministro degli Interni che non ha voluto “turbare” la prima giornata dei neo-eletti/e, decidendo di ”recintare” il Parlamento con un’ampia zona off limits per ogni sorta di protesta».

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