Bus e tram, all’appello mancano 8 milioni
Il governo non ha ancora girato i fondi

Il governo non ha ancora «girato» i fondi alla Regione. Il sollecito dell’assessore Terzi: «Grave». Grassi (Agenzia Tpl): «Stiamo arrivando al limite, fatture di gennaio e febbraio non pagate alle aziende».

Tutti a piedi? «Non ancora, ma la situazione sta arrivando al limite», ammette Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale del bacino di Bergamo. L’ente non ha potuto pagare alle aziende (tutte le principali che si occupano del servizio urbano ed extraurbano, dall’Atb alla Sab, compresa la Teb per il tram delle valli) le fatture di gennaio e febbraio - tra i 3,5 e i 4 milioni di euro al mese - perché non sono ancora arrivati i fondi. «Tutti gli anni c'è un ritardo nell’erogazione dei fondi del governo, che li trasferisce alle Regioni, che a loro volta, mettendoci una quota diretta, li girano alle Agenzie che pagano alle aziende le fatture per i servizi fatti a seconda dei contratti in essere.

Quest’anno effettivamente il ritardo è più sensibile del solito – spiega Grassi –. In genere entro fine febbraio-primi di marzo iniziavamo a incassare le prime mensilità dei contributi statali al Tpl, quest’anno stiamo ancora aspettando. Noi trasferiamo alle aziende quello che riceviamo, ma per ora non è ancora arrivato niente».

La lettera

Una situazione che ha spinto l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi a scrivere una lettera di sollecito al governo, condivisa con i «colleghi» Elisa De Berti (Veneto), Marco Gabusi (Piemonte) e Giovanni Berrino (Liguria). «Il governo sta colpevolmente tardando nell’erogazione delle risorse per il funzionamento del Trasporto pubblico locale – sostiene l’assessore Terzi –. Il decreto che assegna alle Regioni l’80% del Fondo nazionale trasporti per legge dovrebbe essere adottato entro il 15 gennaio di ogni anno, ma, a oggi, non è ancora stato perfezionato. Le Regioni hanno sollecitato più volte lo sblocco dei finanziamenti, senza ottenere riscontri». Le Regioni del Nord (a guida centrodestra, ndr) fanno quindi fronte comune «per chiedere nuovamente l’adempimento di questo atto indispensabile per permettere alle aziende di trasporto pubblico locale di garantire il servizio. Occorre garantire i flussi finanziari da corrispondere alle aziende che svolgono i servizi di trasporto pubblico e che sono a loro volta tenute al pagamento di dipendenti e fornitori».

L’emergenza

Il ritardo dei fondi pesa su un momento già difficile per il settore, per il calo degli introiti dalla vendita di biglietti e abbonamenti, causa coronavirus. «I servizi non sono a rischio, ma effettivamente qualche problema di liquidità c’è – ammette Grassi –. Alcune aziende ce la fanno a pagare autisti e dipendenti, altre sono più in difficoltà. I soldi sono già stati stanziati da Roma, sono da risolvere alcune procedure burocratiche interne, forse rallentate anche dalle priorità sanitarie di questo periodo». Un punto che fa presente anche l’assessore alla Mobilità di Palafrizzoni. «Capisco le difficoltà di governo e Regione, concentrati su altro – interviene Stefano Zenoni – . Ma il tema del trasporto pubblico locale è un tema serio. È utile quindi fare chiarezza sul Fondo nazionale trasporti ma è altrettanto necessario che anche la Regione eroghi tempestivamente la sua quota, anticipandola, se necessario, vista l’emergenza coronavirus con cui è alle prese il governo».

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