Cronaca / Bergamo Città
Martedì 16 Febbraio 2016
Bus, biglietti più cari per salvare le corse
Ipotesi in campo, cosa ne pensi?
Non c’è trippa per gatti. La spada di Damocle che pende sulle corse dei bus extraurbani è il taglio di 1,4 milioni di euro prefigurato da Via Tasso. Con due risvolti, in ogni caso negativi: 25 posti di lavoro a rischio oppure l’aumento delle tariffe, per salvare il servizio.
La sforbiciata sarebbe però immotivata: secondo i Consorzi di gestione le risorse necessarie per garantire il mantenimento dello status quo ci sono. «Non capiamo come si sia arrivati a ipotizzare questa cifra – sostiene Massimo Locatelli, presidente di Anav Lombardia –, visto che il Fondo nazionale del trasporto non è stato toccato e che la Regione ha garantito l’integrazione di circa 3 milioni su quest’anno». Gravi le conseguenze sul settore nel caso in cui il «vulnus» finanziario venga confermato: la cifra comporta la riduzione di circa un milione di chilometri percorsi col concreto rischio di lasciare a casa 25 lavoratori del comparto provinciale.
Il consigliere provinciale ai Trasporti Mauro Bonomelli (non presente al vertice di ieri mattina per impegni) rassicura: «L’1,4 milioni di euro di cui stiamo parlando lo deve mettere la Provincia, che deve ancora definire il suo Bilancio consuntivo 2015 e quello di previsione del 2016. Con questi incontri abbiamo solo chiesto di presentarci il quadro nel caso in cui non riuscissimo a recuperare queste risorse, per poter valutare le prospettive nel caso dello scenario peggiore. La nostra priorità, però, è trovarle». Per Locatelli, invece, il problema non dovrebbe neanche porsi, «visto che la Regione indica anche la possibilità di aumentare le tariffe (entro il 20%)».
E lancia delle «alternative», «per rendere più economici alcuni servizi oggi onerosi: «Si potrebbero eliminare le prime e ultime corse della Teb, che raggiungono un massimo di 15-20 viaggiatori, e sostituirle con un servizio bus: si passerebbe da un costo di 12 euro al chilometro a un costo di 3 euro al chilometro. Oppure sostituire i treni del sabato o dei giorni festivi, che viaggiano praticamente vuoti. Non chiediamo di sopprimere dei servizi, ma di trasformarli».
Detto questo, le aziende considerano di aver fatto la loro parte: «Noi le proposte le abbiamo fatte. Se le rifiutano e vanno fino in fondo con i tagli, si prendano la responsabilità di causare il licenziamento di almeno 25 persone, in un settore che, come organico, è già però al limite di guardia». Come valutate l’ipotesi di aumentare le tariffe per salvare il servizio?
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