Boom di dossi anti velocità sulle strade
Ma non tutti sono in regola

Nei paesi si moltiplicano dissuasori e varianti. La polizia locale: «Il Codice detta misure e materiali» Passaggi rialzati? Non previsti, ma il ministero li tollera.

Chi li costruisce stretti, chi larghi; chi li fa bassi, chi alti. Chi di gomma e chi di cemento. E ancora: c’è chi aggiunge le strisce pedonali o chi no. E i colori? Si va dal «classico» giallo fino al rosso, passando per il verde o l’azzurro. Paese che vai, dosso artificiale che trovi. Stiamo parlando dei dissuasori di velocità, che anno dopo anno sono spuntati come funghi sulle strade di tanti comuni bergamaschi e non solo. Amati e odiati, spesso chiesti a gran voce dai residenti (anche con raccolte firme) e poi magari osteggiati da altri perché «fanno rumore» al passaggio dei veicoli, i dossi quando arrivano in un quartiere fanno quasi sempre discutere. Pro e contro, ma ci sono regole ben precise da rispettare per installarli. «Questi manufatti – spiega Modina – non vanno ovviamente installati su arterie a scorrimento veloce, ma su strade interne, residenziali o zone 30. E bisogna rispettare dei criteri di costruzione, stabiliti dal Regolamento di attuazione del Codice della strada: le dimensioni variano in base al limite di velocità che l’ente proprietario della strada vuole far rispettare».

Entrando nel dettaglio della normativa: sulle strade con limiti di velocità fino a 50 chilometri orari, il dosso deve avere una larghezza non inferiore a 60 centimetri e un’altezza non superiore a 3 centimetri; dove il limite è fino a 40 chilometri orari, invece, la larghezza non deve essere inferiore a 90 centimetri e l’altezza non deve superare i 5 centimetri; infine sulle strade con limiti di velocità fino a 30 chilometri orari (le famose zone 30) il dosso artificiale deve avere una larghezza non inferiore ai 120 centimetri e un’altezza non superiore ai 7 centimetri.

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