«Bonus psicologo», dalla Bergamasca presentate 6mila domande

Il contributo. Scade oggi la possibilità di presentare la richiesta, ma, secondo le prime stime, in provincia è boom di richieste. Oltre il 60% da under 35.

Sulle oltre trecentomila richieste in tutta Italia per ottenere il bonus psicologo, ben 52mila provengono da cittadini lombardi, che in meno di tre mesi hanno utilizzato il sito dell’Inps per il supporto economico che può arrivare fino a 600 euro, da utilizzare per sedute private dallo psicoterapeuta. E nella Bergamasca si stimano tra le 5-6mila domande per il bonus, il 10% di quelle presentate in Lombardia.

La scadenza il 24 ottobre

Una pioggia di domande, con un dato a livello nazionale che fa riflettere: oltre il 60% delle richieste di supporto proviene da persone al di sotto dei 35 anni, con tanti adolescenti che hanno infranto il tabù che ancora avvolge la sfera della salute mentale e chiedono un aiuto concreto in un periodo storico complesso, tra Covid e incertezze politiche ed economiche che fanno da catalizzatore ad ansia, stress e fragilità varie. Il bonus si potrà chiedere fino a oggi, 24 ottobre, e darà la possibilità (a seconda del reddito) di usufruire da 4 a 12 sedute di psicoterapia del valore di 50 euro, fino all’esaurimento dei fondi stanziati. Scaduti i termini per la presentazione delle domande, saranno stilate delle graduatorie regionali tenendo conto del valore Isee.

«Manca una valutazione preventiva»

Emi Bondi, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze (Dsmd) dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, inquadra così la massiccia richiesta di bonus in Lombardia per ricorrere a uno psicologo: «Il soccorso psicologico rappresenta un supporto importante, nel momento in cui i servizi pubblici sono sottodotati di psicologi e non in grado di fornire trattamenti psicoterapici integrati per molte patologie. Tuttavia resto perplessa, perché stanno chiudendo gli Spdc (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura) e vari servizi per mancanza di personale e risorse. Sarebbe meglio ragionare in un’ottica d’insieme e potenziare i servizi con figure all’interno dei servizi stessi che possano fornire interventi psicologici appropriati. Il problema – sottolinea Bondi – è che nella normativa per l’erogazione dei bonus psicologici non è previsto un filtro o valutazione iniziale del medico o di una struttura pubblica, che stabiliscano la necessarietà del trattamento o l’impossibilità per il servizio pubblico di erogarlo. Ad esempio, per i rimborsi delle assicurazioni sulla salute occorre la lettera di un medico o di una figura del servizio pubblico che stabilisca la necessità dell’intervento. Così invece si erogano soldi a pioggia anche per chi non ne necessita o avrebbe bisogno di un trattamento integrato».

«Resto perplessa perché stanno chiudendo i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura e vari servizi per mancanza di risorse»

Analizzando i numeri delle richieste di bonus si può evidenziare anche un cambiamento in corso nella tipologia e fascia di utenti che chiedono di essere aiutati: «Chi ha un disagio si rivolge in prima istanza agli psicologi, percepiti e vissuti meno stigmatizzanti rispetto alla figura dello psichiatra e i vari servizi. La Lombardia è stata toccata particolarmente dal Covid e si sono moltiplicati il disagio psichico, le depressioni e l’ansia – avverte Bondi –. Un bisogno reale e concreto di aiuto, con l’aumento del 30% di depressione e ansia a livello nazionale. Ma anche un altro dato fa riflettere: è aumentata la consapevolezza del bisogno di essere aiutati, cioè nei giovani c’è meno stigma nei confronti dell’aiuto psicologico rispetto agli anziani che invece fanno più fatica a palesare un malessere psichico. I giovani sono più aperti, chiedono di essere ascoltati e oltre la metà delle richieste di bonus psicologico proviene da loro».

Il disagio psichico costa il 4% del Pil nazionale

Un quadro che va sempre monitorato, anche nella Bergamasca. «Le persone che si rivolgono ai nostri servizi aumentano, e abbiamo la necessità di fare fronte a richieste nuove. Purtroppo però i finanziamenti sui servizi pubblici si sono ulteriormente ridotti. Al centro Matteo Rota – puntualizza Emi Bondi – proponiamo comunque un trattamento integrato ambulatoriale, psicoterapeutico e farmacologico, abbiamo aperto uno sportello per i lutti complicati (perdita delle persone e depressione), post traumi e stress oggettivi legati al Covid, puntando sempre sull’appropriatezza degli interventi. Purtroppo permangono criticità, manca nella Bergamasca un reparto di Neuropsichiatria infantile, nel senso che non abbiamo posti letto e non si riesce a far fronte ai reali bisogni. E nella fase dell’adolescenza i pazienti diventano terra di nessuno, intercettati più dalla Psichiatria per gli adulti. Servono più posti nelle comunità terapeutiche e nei centri diurni per i giovani. Il disagio psichico ha un elevato impatto sociale e nel suo complesso costa il 4% del Pil nazionale in termini di giornate perse di lavoro».

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