«Bollette più care, grazie a chi non paga»
Protesta per gli «aumenti spalmati»

In arrivo l’ennesima batosta per i consumatori onesti: Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo contesta l’ipotesi, a oggi sempre più concreta, che Arera, autorità dell’energia, spalmi su tutti i titolari di un contatore il debito accumulato per i mancati pagamenti da parte dei clienti morosi.

Si tratta, al momento, di un «buco» di 200 milioni di euro, ma già si dice che un prossima manovra «ripianerà» un conto di circa un miliardo. «Insomma, chi paga regolarmente le bollette dovrà farsi carico anche degli oneri di sistema di chi non paga». Sulla Rete e sui Social la protesta è già partita «Adiconsum – continua Busi - ha chiesto un urgente un incontro ad Arera, al fine di valutare l’entità economica e numerica, attuale e futura, e quali correttivi mettere in campo per evitare che a pagare siano sempre i consumatori finali e onesti. Una cosa, infatti, sono i “fuel poverty” e un’altra sono i furbetti del “turismo energetico”. Cioè, chi vola da un gestore all’altro, lasciando inevase tasse e consumi».

Le cifre non sono ancora chiare c’è chi ipotizza un aggravio di 5 euro a bolletta e chi addirittura 35€. L’Autorità dell’energia ha formalizzato che sarà distribuita fra tutti i consumatori (35 milioni) una prima fetta di «oneri generali» elettrici pari a circa 200 milioni arretrati. Diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna ha addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate.

Il problema dei morosi e delle aziende di vendita in crisi si era presentato già con il canone Rai. Il canone dei consumatori morosi non poteva essere pagato dalle società di vendita che fatturavano le bollette non incassate. È stato necessario intervenire con un atto normativo. Lo stesso si è ripetuto con gli oneri. I fornitori di energia si accollavano gli oneri non riscossi dai clienti finali. Dovevano cioè versarli ai distributori anche se non incassati.

«In sostanza, sulle bollette della corrente già cariche di risarcimenti, di oneri, di voci e di incentivi (che incidono per il 60% sul costo totale) si aggiunge un nuovo capitolo, ovvero saremo noi consumatori a rimborsare alle società elettriche di distribuzione della luce una parte del buco creato negli oneri parafiscali delle aziende in crisi da chi evade la bolletta della corrente. Praticamente una socializzazione di una fetta degli insoluti, mentre si privatizzano i profitti. I clienti sono sempre più tartassati - conclude Busi -: basta ricordare il recente provvedimento che ha di fatto aumentato i costi dei clienti domestici, dallo scorso gennaio, del 5,5% al fine di ridurre i costi sostenuti dalle imprese energivore».

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