
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 27 Marzo 2017
Bergamo, tubi deturpano la roggia
Polemica per la posa della rete Enel
Via Solari, servono a portare cavi nella nuova centralina oltre il Morla. La licenza ne prevedeva uno. La ditta appaltatrice: lavori secondo permessi
Bergamo
Valverde, estrema periferia del Parco dei Colli. Da un lato il parcheggio, sulla curva che collega via Biava con via Solari, dall’altro il percorso ciclopedonale che segue il tracciato del Morla. In mezzo, un ponticello che collega gli argini della roggia e, a fianco, due tubazioni che sbucano dalla terra e costeggiano il ponte. Il colpo d’occhio è un pugno nello stomaco. Nicola Cremaschi di Legambiente l’ha segnalato in Comune, chiedendo, tra i primi, delle verifiche su quei lavori che non sembravano tornare fino in fondo, soprattutto sul piano estetico. Sono intervenuti gli agenti della polizia locale e quelli del nucleo edilizio. Nel frattempo i lavori sono andati avanti e ora si vedono i due tubi posati a tre metri d’altezza sull’alveo del fiume.
La faccenda riguarda il potenziamento della rete elettrica nella zona: era necessario portare dei cavi dalla centralina di smistamento di via Morla a una nuova, più piccola, costruita ad hoc circa un anno fa al di là del torrente su un terreno privato. Ricevuti i permessi da Comune e Parco dei Colli, che in quell’area rilascia le autorizzazioni di carattere paesaggistico, l’Enel ha appaltato i lavori all’azienda Valtellina Spa di Gorle, che li ha realizzati. Secondo quanto rilevato dal nucleo edilizio, però, non sarebbero stati fatti come previsto dalla licenza, secondo cui si sarebbe dovuto posare un solo tubo del diametro di venti centimetri a una distanza di 1,20 metri dal ponte. I tubi invece sono due, lontani 1,68 e 1,88 metri dalla passerella. E soprattutto, come rilevato da Legambiente, brutti da vedere. Perché qui il problema è quasi esclusivamente estetico. Ma non è una questione da poco, visto che la zona fa parte, appunto, del Parco dei Colli. Perché allora non farli passare nascondendoli sotto il ponte?
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Luca Santi
8 anni, 1 mese
Guardate che non state parlando dei tubi dell'acqua che si piegano a piacimento "tanto l'acqua scorre lo stesso" si parla di cavi dell'alta tensione che vanno da una centrale ad un'altra e di sicuro di grossa sezione e più il cavo è grosso meno facilmente si piega perché la sezione è più grossa. Non si possono fare mille curve perché i cavi devono partire da una centralina e arrivare all'altra integri senza alcun tipo di giunte
Riccardo Bianchi
8 anni, 1 mese
Non ho un'esperienza specifica del settore, ma "La faccenda riguarda il potenziamento della rete elettrica nella zona: era necessario portare dei cavi dalla centralina di smistamento di via Morla a una nuova, più piccola" quindi, non stiamo parlando di rete di trasmissione ad altissima (AAT) e alta tensione (AT). Facciamo un piccolo approfondimento, la rete di trasmissione a grande distanza, (380 kV - 220 kV e 150 kV - 132 kV) è posseduta e gestita da Terna ed ha una lunghezza di oltre 63.500 km. Ha di regola una struttura a maglie, (con più percorsi tra un nodo e l'altro) e collega le centrali di produzione (punti di immissione) con le cabine primarie di smistamento e trasformazione (punti di prelievo). La rete copre a larghe maglie l’intero territorio nazionale e ha anche la funzione di interconnettere la rete nazionale con le rete elettrica europea, per ottimizzare la produzione secondo le necessità e per ridurre l'effetto di un eventuale malfunzionamento di centrali e linee. Nelle cabine primarie (AT/MT) la corrente si trasforma da alta a media tensione (10 kV - 15 kV - 20 kV) e qui inizia la rete di distribuzione che rappresenta l'ultimo tramo della filiera elettrica per la consegna di elettricità agli utenti finali. Le linee in media tensione arrivano alle cabine secondarie di trasformazione MT/BT, da qui la corrente in bassa tensione viene diffusa capillarmente agli utenti. Credo che i cavi in questione possano tranquillamente fare qualche curva (e persino tranquillamente essere giuntati, anche se non è questo il caso). Qualche lettore Enel potrà correggermi o confermare quanto riportato.
Mario Colombo
8 anni, 1 mese
Ma chi è che ha segnalato? Lo stesso del juoo evgalline a brembate? Ma per piacere che passeggiasse sulla ciclabile a aosservare lo stato delle panchine e deple staccionate. Poi vusto che oarliamo del morla, guardate la ringhiera del ponte in via baioni allaltezza della farmacia. Compketamente arruginita e usurata. Ma il comunevuna pennellata o meglio sostituirla , no?
juri forlini
8 anni, 1 mese
Avessero rovinato il gran canyon..
Mirko Locatelli
8 anni, 1 mese
La bruttezza inizia dalle piccole cose.
Linke Airoldi
8 anni, 1 mese
I tubi si potevano far passare sotto il letto della roggia e renderli invisibili, lavoro un po' più costoso ( non molto, viste le dimensioni della roggia) ma definitivo e sicuro.
Mirko Locatelli
8 anni, 1 mese
Sono proprio un pugno nello stomaco.
Claudio Lombardi
8 anni, 1 mese
O farli scorrere, magari affrancandoli, parallelamente al ponte.
Graziano Rosponi
8 anni, 1 mese
Vanno bene le osservazioni riguardo alla posa sotto il ponte, ma messi strettamente a lato dello stesso e magari uno sull'altro per avere minore impatto visivo? Non ci voleva certamente un genio per pensarci, solo che certi scrupoli mancano proprio nel DNA di tante dittarelle imparaticce che appaltano questi lavori secondari. Toccherebbe al committente farsene carico e imporli, ma spesso neanche lì sono presenti, e questi sono i risultati.
Alessio Finazzi
8 anni, 1 mese
lavoro pietoso, sotto il ponte è difficilino posarli, sicuramente piu semplice abbassarli e accostarli al ponte, poi si possono imboscare con un cofano il legno. soluzione economica, pratica e facile
UMBERTO DOLCI
8 anni, 1 mese
CHE I TUBI COSI' POSATI FACCIANO SCHIFO E' VERO. FARLI PASSARE SOTTO IL PONTE NON SAREBBE PERO' LA SOLUZIONE GIUSTA. QUALSIASI OSTACOLO POSTO TRA IL MANUFATTO E IL CORSO D'ACQUA, IN CASO DI PIENA, CREEREBBE UN POTENZIALE PERICOLO IN QUANTO AGEVOLEREBBE L'ESONDAZIONE DEL TORRENTE.
Riccardo Bianchi
8 anni, 1 mese
Per evitare il rischio esondazione si possono far uscire i tubi dal pozzetto a sinistra, farli correre sul fianco del ponte, in basso, e uscire a destra passato il torrente. Nessuno scavo sotto le fondazioni, nessun rischio esondazione, leggero incremento dei costi. A quel punto a senso anche la mimetizzazione in marrone.
Riccardo Bianchi
8 anni, 1 mese
Molti si sono recati ieri, nella giornata del FAI, alla centrale Enel di Gandellino. Salta agli occhi la diversa sensibilità estetica tra il modo di operare allora ed oggi. Certo che si potevano nascondere i tubi sotto il ponte, con un tutto sommato relativo incremento dei costi. Purtroppo oggi si fanno scelte diverse, preferendo il contenimento dei "costi a costo di" danneggiare il patrimonio paesaggistico nazionale, vera grande ricchezza italiana. Si è perso lo sguardo lungo, si pensa di privilegiare il presente a scapito del futuro, senza rendersi conto che si danneggiano entrambi.
Luca Santi
8 anni, 1 mese
Perché sotto il ponte sarebbero stati difficili da installare ed eventualmente farci manutenzioni future inoltre per farli passare sotto bisognava scavare da entrambe le parti sotto il ponte con rischi per le sue basi d'appoggio inoltre avrebbe creato un ostacolo in caso di eventuale piena (molto difficile ma non si sa mai). Basterebbe pitturarli di marrone scuro come il ponte per renderli meno visibili