Bergamo, sarà una scuola «diffusa»
Lezioni anche nei parchi della città

Nuova organizzazione degli spazi interni ed esterni. L’assessore Poli: «Ma servono linee guida chiare per prevenire i contagi».

Sarà il primo vero giorno di scuola, per tutti. Inizia il 14 settembre l’anno zero di studenti e insegnanti, il ritorno dopo mesi passati di fronte allo schermo di un pc, bloccati in casa. Anche a Bergamo, così come in tutta Italia, si torna finalmente in classe. O meglio, non sempre in classe, perché nonostante l’andamento dei contagi sia in costante diminuzione, anche nei prossimi mesi sarà fondamentale mantenere le accortezze indispensabili per prevenire nuovi contagi. Su tutte, il distanziamento fisico che si traduce in una più ampia disponibilità di spazi anche fuori dalle aule.

Nell’ultimo mese l’assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo Loredana Poli ha svolto molti sopralluoghi negli istituti scolastici della città e incontrato i dirigenti di quelle che un tempo si chiamavano elementari e medie. Le linee guida del ministero ancora non ci sono. Ad esempio, non è ancora stato deciso se gli studenti avranno l’obbligo della mascherina oppure no. Nel frattempo però a Bergamo sono state definite alcune linee guida che permetteranno di iniziare l’anno preparati (quasi) a tutto.

Al centro del confronto tra l’assessore e i dirigenti scolastici c’è l’utilizzo degli spazi. Che dovranno essere sfruttati al 100% delle loro potenzialità. Non solo quelli interni, ma anche gli spazi esterni come giardini, cortili e anche parchi cittadini per le lezioni all’aperto. Che non significa trasportare semplicemente il lavoro fatto in classe all’esterno, ma sviluppare una didattica «outdoor» che possa aumentare il coinvolgimento.

I parchi, dicevamo. «La scuola elementare Alberico Da Rosciate utilizza già, e continuerà ad utilizzare, il parco Anna Frank di via Codussi - spiega l’assessore Poli -. La scuola Diaz sfrutterà il vicino parco omonimo. La Locatelli, che ha un accesso diretto al parco Caprotti, ha chiesto di poter utilizzare il parco per tutto l’anno scolastico. Inoltre alle scuole lasceremo in dotazione anche i gazebo utilizzati quest’estate dai Cre».

Banchi posizionati

Per gli spazi interni invece il lavoro di organizzazione riguarda principalmente le parti comuni, che saranno divise in zone.

«I saloni, e in alcune scuole anche i refettori, saranno divisi con nuovi arredi, riutilizzabili, per farli diventare aree di pertinenza di ogni singola sezione - rileva l’assessore -. L’obiettivo è evitare di mischiare tutti in un gruppo solo e prevenire il contagio». All’interno delle classi invece l’assessore Poli conferma che «le scuole già in questi giorni stanno già posizionando i banchi per garantire più distanziamento. Sono tutti banchi singoli. Alcuni dirigenti preferivano banchi rettangolari rispetto a quelli quadrati già in dotazione e quindi li ha ordinati al commissario straordinario Arcuri». Nessuno, però, si è spinto a chiedere le sedute innovative, con rotelle, presentate con enfasi dalla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina. «No, nessuno le ha chieste. Non credo siano adatte ai ragazzi delle elementari» chiosa l’assessore.

Anche all’interno delle classi dovrà rimanere il distanziamento di due metri tra gli alunni e l’insegnante. Se per i bambini il ministero non ha ancora chiarito in merito all’utilizzo della mascherina, per i docenti il dubbio è tra la mascherina e la visiera.

I protocolli anti Covid

Una delle incognite più preoccupanti riguarda i protocolli da adottare in caso di contagio. Su questo fronte l’assessore Poli chiarisce che «Ats sta predisponendo un documento per chiarire come fare la segnalazione di un potenziale contagio, a chi ci si dovrà rivolgere, quale percorso intraprendere. Servono linee guida chiare per evitare confusione a settembre. Si deve mettere in conto un aumento di tamponi».

Mandare tutti e sempre a casa non si può. Avrebbe un costo sociale altissimo. «Dovremo già prevedere costi sociali molto alti, strettamente correlati al numero di casi sospetti. Bambini a casa significa genitori che devono trovare il modo di occuparsi di loro».

Nonostante la speranza sia di una continua e netta diminuzione del contagio, è difficile prevedere cosa succederà nei prossimi mesi. Solo con il lavoro di prevenzione si potrà iniziare con un grado di sicurezza accettabile. «Io dico che siamo a buon punto - conclude l’assessore Poli -. C’è uno sforzo corale di organizzazione. Devo ringraziare i dirigenti scolastici e Ats, oltre ai collaboratori degli assessorati all’Istruzione e all’edilizia scolastica». Ora si attende solo il suono della campanella.

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