Bergamo, pronti 3 milioni di aiuti
a duemila piccole imprese

Primo passo per il programma «Rinascimento». Fino a 1.500 euro per pagare affitto, utenze e imposte.

L’identikit è quello delle realtà economiche oggi più fragili, perché più fiaccate nella fase del contagio economico: chiuse durante il lockdown scattato il 9 marzo, con meno di sei dipendenti, con superfici di massimo 250 metri quadrati. Per queste microimprese con sede in città, è però in arrivo una boccata d’ossigeno: fino a un massimo di 1.500 euro, per andare incontro a quelle spese – affitto, utenze, imposte – ugualmente sostenute anche mentre il registratore di cassa era fermo, perché fermo era il Paese. È questo il cuore del primo bando da tre milioni di euro del programma «Rinascimento Bergamo» lanciato da comune di Bergamo e Cesvi, una somma a fondo perduto per le spese inderogabili delle attività che sono il cuore del tessuto economico cittadino, soprattutto nei quartieri.

Il bando è stato pubblicato venerdì 15 maggio (i dettagli sono sul sito del Comune di Bergamo, sarà disponibile anche un tutorial), e già nelle primissime ore ha ricevuto 84 richieste; la stima è che saranno almeno duemila le imprese aiutate. Il primo stanziamento presentato ieri si inserisce nel più ampio progetto «Rinascimento» che vede protagonista anche Intesa Sanpaolo, oltre a Palazzo Frizzoni e appunto il Cesvi: uno stanziamento totale di 30 milioni, di cui dieci a fondo perduto (appunto i tre milioni per le spese improrogabili e altri sette milioni che saranno presentati nelle prossime settimane) e gli altri venti milioni attraverso prestiti d’impatto per le piccole attività economiche.

«Il Cesvi nasce a Bergamo e ha una particolare motivazione per operare a Bergamo. Ha poi una assoluta reputazione, anche per quanto riguarda la trasparenza dei bilanci: la collaborazione è nata in particolare per questa storia e per questi motivi – sottolinea Giorgio Gori, sindaco di Bergamo -. L’obiettivo è dare sostegno alle microimprese della città, soggetti economici massimamente vulnerabili. Si tratta di imprese spesso a conduzione familiare, con una piccola capitalizzazione, particolarmente esposte alla crisi nel momento in cui sono rimaste chiuse ma le spese hanno continuato a correre. Il Cesvi ha messo in campo una grande disponibilità assecondando ritmi infernali, ma siamo già qui col bando pronto». Il bando è aperto sino al 30 giugno e vi si accede tramite i servizi del portale di Palazzo Frizzoni (il lavoro informatico è stato realizzato da Globo); è necessaria un’identità Spid o la carta nazionale dei servizi: «Le spese – spiega il Comune – dovranno essere comprovate da fatture interamente quietanzate o documentazione fiscalmente valida, emessa dal fornitore dei beni/servizi entro la data di rendicontazione prevista a 60 giorni dalla ricezione dei fondi e non oltre il 15 settembre 2020».

«Siamo onorati ed entusiasti di far parte di questa grande operazione per la rinascita di un territorio a cui siamo molto legati, sin dalla nostra fondazione – rimarca Gloria Zavatta, presidente del Cesvi -. Nell’emergenza Covid, abbiamo applicato quel bagaglio di conoscenze maturato nelle emergenze internazionali, ora è il momento di operare anche per lo sviluppo. E dunque per la ripresa e per la sostenibilità degli interventi, con osservanza delle regole, flessibilità, pensiero ampio, competenza, capacità di aggiustamento. Questo fondo permette di intervenire sulle spese immediate, quelle connesse alla sopravvivenza, per poi poter avere una visione più ampia collegata a innovazione e sviluppo».

«L’impegno nel Cesvi mi ha portato a operare dall’altra parte del mondo, ora tornare a Bergamo e mettere l’esperienza della cooperazione internazionale al servizio di questo territorio mi emoziona e mi tocca – racconta Paolo Caroli, tra i fondatori del Cesvi e project manager dell’ong -. Dobbiamo trasmettere un messaggio fortissimo alla cittadinanza, cioè la nostra vicinanza in questo momento di difficoltà. Il bando va in questa direzione, per sostenere le microattività, gli esercizi di vicinato rimasti chiusi nella fase del lockdown. Abbiamo cercato di includere nel bando tutte le categorie di spesa cui una piccola impresa deve far pronte, dalle tasse alle utenze all’affitto. Abbiamo scelto una procedura semplificata, proprio per far sì che l’aiuto sia il più veloce possibile: ci appelliamo alla responsabilità delle persone, ma nei controlli saremo rigorosi».

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