Bergamo, lotta allo spaccio di droga
A luglio sequestri record: oltre 40 chili

Solo a luglio tolta dal mercato la metà di tutto lo stupefacente intercettato dalle Forze dell’ordine nei primi sette mesi dell’anno. E sul Fentanyl, l’oppiaceo che con l’ecstasy ha ucciso lo chef italiano Zamperoni negli Usa, parlano gli esperti: «Non è sicuramente diffuso come lo è già negli Stati Uniti, ma di sicuro c’è grande attenzione anche da noi».

Un dato emblematico è il confronto con Milano: nello scorso mese di luglio nel capoluogo lombardo (e provincia) – piazza ben più fornita sia dal punto di vista dei pusher che degli assuntori – sono stati sequestrati 85,66 chilogrammi di droga. A Bergamo e provincia, poco meno della metà: 40,42 chili. Un dato record, perché rappresenta la metà di tutta la sostanza stupefacente sequestrata dalle Forze dell’ordine dall’1 gennaio alla fine di luglio 2019: il dato complessivo è infatti di 82,74 chili. Numeri che emergono dai dati raccolti dal ministero dell’Interno e che confermano come Bergamo e provincia sia stata purtroppo tutt’altro che «addormentata» sotto il profilo dello spaccio di droga ma, nel contempo, di come le Forze dell’ordine abbiano tenuto sotto controllo in maniera più che pressante l’intero territorio.

Un discorso a parte per il Fentanyl, un oppiaceo di cui negli ultimi giorni hanno parlato spesso le cronache dei giornali per la morte di Andrea Zamperoni, lo chef trentatreenne di Zorlesco (Casalpusterlengo) che lavorava da anni da «Cipriani Dolci» a Manhattan, trovato senza vita in un motel del Queens e che è deceduto proprio a causa di un mix letale tra questa sostanza e dell’ecstasy liquida. A evidenziare la pericolosità di questo oppiaceo è il dottor Marco Riglietta, direttore dell’Unità operativa Dipendenze dell’azienda sociosanitaria «Papa Giovanni XXIII»: «Per dare un’idea, è cento volte più potente della morfina. Non è sicuramente diffuso come lo è già negli Stati Uniti, ma di sicuro c’è grande attenzione anche da noi».

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