Bergamo, l’aeroporto tiene banco
I candidati sindaco a confronto

Sull’aeroporto Gori è il più cauto e parla solo di riassetto, Stucchi esplicita un «tasso di saturazione», Anesa invoca un minor impatto ambientale e Macario invece è il più duro con il termine «follia imprenditoriale».

Sull’aeroporto Giorgio Gori è il più cauto e parla solo di riassetto, Giacomo Stucchi esplicita un «tasso di saturazione», Nicholas Anesa invoca un minor impatto ambientale, Francesco Macario invece è il più duro con il termine «follia imprenditoriale». Se si considera che l’attenta platea dei quattro candidati sindaci era formata esclusivamente da imprenditori, si può capire quanto fosse alta l’attenzione sul tema aeroporto. Che lunedì 6 maggio ha quasi monopolizzato la discussione organizzata da Confindustria nella sala giunta di via Camozzi.

«Il futuro è un riassetto a scala regionale, che possa consentirci di orientare su altri impianti l’ulteriore crescita dei prossimi anni», spiega il primo cittadino uscente, Giorgio Gori. Giacomo Stucchi, candidato del centrodestra, crede che all’aeroporto debbano essere messi dei limiti. «Non può continuare a ingrossarsi così».

Nicholas Anesa, del Movimento 5 Stelle: «Bisogna guardare la parte trasportistica: è un valore aggiunto perché permette di collegare una città come Bergamo al resto d’Europa. Siamo per sviluppare questo valore, ma sempre e solo con un minor impatto ambientale». Chi non si fa nessun problema è Francesco Macario di Bergamo in Comune: «Il sindaco dice che il tetto dei voli è difficile da sostenere. Il motivo è semplice: perché dipendiamo all’80% da un unico operatore. È l’errore più grosso mai fatto perché chi decide non sta a Bergamo, ma in Irlanda».

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