Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 29 Maggio 2019
Bergamo, Gori proclamato sindaco bis
Il brindisi con i fedelissimi e poi al lavoro
Nella mattinata di mercoledì 29 maggio la proclamazione ufficiale a sindaco bis per Giorgio Gori. Ecco la tabella di marcia.
Dopo la vittoria ai seggi di lunedì Giorgio Gori è stato proclamato sindaco di Bergamo dal presidente del Tribunale Cesare de Sapia nella mattinata di mercoledì 29 maggio a Palazzo Frizzoni. Dopo un brindisi con i fedelissimi e smaltita la felicità della vittoria si è messo subito alla scrivania per riprendere il filo delle sfide ancora aperte e da completare nel prossimo quinquennio.
Ripartirà, come aveva promesso, da partecipazione e manutenzioni, due temi che potrebbero finire anche tra le deleghe da rimescolare in Giunta. La squadra, infatti, è uno dei primi nodi su cui Gori si concentrerà. L’orientamento è modificare l’assetto il meno possibile, visto che la compattezza degli assessori è stato uno dei punti di forza dell’amministrazione uscente. In effetti è raro vedere dalle parti di Palafrizzoni un monolito così, con zero fughe di notizie (o quasi) e zero beghe (almeno fuori dalla stanza dei bottoni). Qualche ritocchino, però, probabile che ci sia, tenendo conto anche dei risultati elettorali, cioè le performance della coalizione (con la Lista Gori che tallona il Pd) e dei singoli candidati. Due aspetti da considerare, anche se poi, dopo il confronto con tutti (partiti e diretti interessati), c’è da scommettere che il sindaco farà di testa sua più che tener conto del manuale Cencelli.
A partire dal tema del Commercio, che intende mantenere sotto le sue redini, nonostante le critiche degli avversari in campagna elettorale. L’«amico e spalla» - così l’ha presentato più volte - Sergio Gandi, uomo fortissimo del Pd con le sue 882 preferenze, pare intoccabile nel ruolo di vicesindaco (con le deleghe «pesanti» a Bilancio e Sicurezza), mentre potrebbero «rafforzarsi» le posizioni di Giacomo Angeloni e Marzia Marchesi, altri due campioni dem nell’urna. Al primo potrebbero andare le Politiche sociali oggi in mano a Maria Carolina Marchesi (ultima degli eletti nella lista del Pd), la seconda invece, oggi presidente del Consiglio comunale, potrebbe essere una new entry nell’esecutivo «nuova versione». In bilico, invece, le posizioni di altri due democratici: Marco Brembilla (primo dei non eletti, ma papabile di ripescaggio in aula, con l’ingresso in Giunta di altri eletti) e Leyla Ciagà, rimasta molto indietro con i voti. L’assessore uscente ai Lavori pubblici rischia di non essere riconfermato (anche se la provata disponibilità su una materia tanto sottoposta a lamentele potrebbe renderlo un tassello irrinunciabile).
Gori inoltre mira a rafforzare il settore con una maggiore attenzione per le manutenzioni, anche più minute. Uscita di scena molto probabile, invece, per la collega al Verde, bersaglio degli ambientalisti per i tagli degli alberi considerati un po’ troppo disinvolti. I posti spettanti al Pd (oggi 5) potrebbero però essere rivisti anche alla luce del risultato (al di là delle aspettative) della Lista Gori. La squadra che porta il nome del sindaco è intenzionata a far valere i nuovi rapporti di forza. Non ci sono dubbi sulla capolista Loredana Poli, che potrebbe vedere aggiungersi la delega ai Giovani (oltre alle attuali Istruzione e Sport). E nemmeno sui due assessori esterni (e strategici) Francesco Valesini e Stefano Zenoni, che la lista rivendica come vicini a sé. Il titolare della Riqualificazione urbana ha in capo alcune delle sfide future più importanti per la città (una su tutte Porta Sud), il secondo gestisce la patata bollente della viabilità (tanto che si sentiva addosso il peso di un’eventuale sconfitta, visto il peso dei temi «traffico» e «parcheggi» nello scontro elettorale). La Lista Gori potrebbe puntare a un assessore in più (Denise Nespoli all’Ambiente?) oppure alla presidenza del Consiglio. Ma senza ovviamente mettere in difficoltà il sindaco di cui è il primo sponsor. Ecco allora che il vero caso per Gori potrebbe essere quello di Nadia Ghisalberti alla Cultura: il «suo» Patto per Bergamo ha ottenuto un 2,99%, di pochissimo sopra Ambiente partecipazione e futuro e Più Europa. Basterà per riconfermarla in Giunta o sui calcoli elettorali prevarrà la continuità del lavoro svolto fin qui?
© RIPRODUZIONE RISERVATA