Bergamo futura: studenti, start up e sport
Area ex Gres, rilancio entro 5 anni

La sfida della Fondazione Pesenti: 5 anni per riconvertire l’area tra via San Bernardino e l’Asse interurbano. Gori: «Un modello innovativo di rigenerazione dei siti dismessi in città».

Tre-cinque anni di lavoro, almeno una cinquantina di milioni di investimento (così a spanne): ma certe sfide, forse, non hanno prezzo. E ancora, 61 mila metri quadri - 31 mila dei quali di Slp, superficie lorda di pavimento - e un intervento che va nella direzione di quello che Mauro Piantelli, progettista dello Studio De8, chiama «riuso adattivo». Ovvero «il tentativo di integrare architettura e città all’interno di uno spazio dall’identità precisa: un nuovo modello di rigenerazione delle aree dismesse».

La differenza la fanno anche i dettagli, come quei puntini che separano le lettere del Gres, ex area produttiva del gruppo Italcementi, ora diventato acronimo di Grounded, Research, Enviroment, Sociality: quello che nelle intenzioni della Fondazione Carlo Pesenti vuole diventare «un insediamento a forte impatto sociale: uno spazio capace di coniugare sostenibilità economica e socialità. Pensato in primis per i giovani, ma non solo» spiega il presidente, Carlo Pesenti.

«Un progetto che ci soddisfa molto perché coerente con la nostra idea di città che abbiamo portato avanti in questi cinque anni» commenta il sindaco Giorgio Gori, che rende «pieno merito alla Fondazione Pesenti che ha colto l’occasione di creare valore e benessere pubblico: questo è quanto di più lontano da un progetto speculativo». Un’idea di «una Bergamo molto innovativa, in spazi tradizionali, ma capace di prestare la necessaria attenzione alla popolazione anziana». Ma anche coerente «con la nostra idea di sviluppo di città che parte dal rilancio delle periferie e dalla riduzione del consumo di suolo».

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