Bergamo-Brescia, 200 mila mascherine per ripartire assieme e in sicurezza

La distribuzione nelle filiali e in edicola il 26 giugno con L’Eco di Bergamo. Il progetto presentato da Ubi Banca si inserisce sulla candidatura a Capitale italiana della cultura 2023. A sostenerlo le due Diocesi, i Comuni, L’Eco di Bergamo e il Giornale di Brescia.

In comune ci sono storia, cultura e l’identico dolore di questi mesi. A unire Bergamo e Brescia c’è però anche un progetto di ripartenza, costruito attorno alla candidatura a Capitale italiana della cultura 2023. Un cammino da mostrare con orgoglio, letteralmente: per rafforzare il progetto, saranno infatti distribuite gratuitamente 200 mila speciali mascherine in tessuto, raffiguranti lo skyline – in una particolare modalità doubleface – delle due città. Sul volto, virtualmente, il sorriso di bergamaschi e bresciani sarà sostituito dai luoghi-simbolo della propria terra. È il progetto presentato da Ubi Banca – il cui contributo è stato decisivo anche per innescare la candidatura a Capitale della cultura, oltre che per sostenere il territorio nei momenti più duri – in collaborazione con i due Comuni, le due Diocesi, L’Eco di Bergamo e il Giornale di Brescia. Una sinergia stretta attorno al concetto di territorio: le mascherine saranno disponibili presso le filiali Ubi e in edicola insieme a L’Eco di Bergamo il 26 giugno e una ulteriore quota sarà distribuita dalle Diocesi.

«Sulla candidatura abbiamo riscontrato grande interesse e disponibilità: stiamo costruendo un appuntamento importante per le due città», le parole di Emilio Del Bono, sindaco di Brescia. «Le difficoltà ci hanno avvicinato – rimarca Giorgio Gori, sindaco di Bergamo -. Ubi ha dato un contributo fondamentale; le amministrazioni comunali, le Diocesi e i giornali sono stati grandi protagonisti in questa fase: la stampa locale ha mostrato la forza di collante propria di un quotidiano. L’impegno della Diocesi si è espresso in diversi progetti di sostegno alla rete ospedaliera e al territorio».

Per Marco Franco Nava, direttore macroarea territoriale Brescia e Nord Est di Ubi, «le fragilità sociali ed economiche post-pandemia sono un collante. La distribuzione delle mascherine è un buon segnale per la cittadinanza, e nell’iniziativa si rispecchiano le istituzioni del territorio: la banca, i Comuni, le Diocesi, i giornali». «Bergamo e Brescia hanno in comune la sofferenza di questi mesi, ma anche la capacità di reazione – sottolinea Luca Gotti, direttore della macroarea territoriale Bergamo e Lombardia Ovest di Ubi -. Nell’azione della banca c’è un rapporto di creazione e restituzione di valore: l’istituto aiuta a generare ricchezza e la restituisce in un circolo virtuoso. La mascherina porta con sé, simbolicamente, anche l’idea di un futuro da costruire in sicurezza».

«C’è un desiderio profondo di vivere insieme dandoci una mano nello spirito per sentirsi in comunione l’uno con l’altro», è la riflessione di monsignor Gaetano Fontana, vicario generale della Diocesi di Brescia. «Il dolore ci unisce, ma vogliamo che sia più forte in noi la speranza di poter ricostruire – prosegue don Mario Eugenio Carminati, vicario per gli Affari economici della Diocesi di Bergamo -. In questo ricostruire, identificare la cultura come punto d’appoggio è la cosa migliore». Protagonisti anche i quotidiani locali delle due province: «L’alleanza tra questi attori, dopo il grande sforzo nell’emergenza, si rinnova in tempi di pace», è la metafora tracciata da Nunzia Vallini, direttrice del Giornale di Brescia. Per Alberto Ceresoli, direttore de L’Eco di Bergamo, «Bergamo e Brescia sapranno dimostrare che l’aggiudicazione della Capitale della cultura non avverrà solo perché queste due città hanno sofferto molto, ma perché sapranno mettere in campo valori, competenze, capacità che si lasceranno ammirare da tutta Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA