Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 13 Febbraio 2019
Bergamo 2019: fuga dalla scuola
Con «quota 100» rischio cattedre vuote
Saranno circa 300 i lavoratori della scuola bergamasca a usare la misura di quota 100 per andare in pensione, proiettando sul prossimo anno scolastico problemi di gestione del personale non indifferenti, soprattutto per quanto riguarda i docenti di sostegno.
È la proiezione che Cisl Scuola Bergamo ha fatto alla luce del vero e proprio «assalto» agli uffici che in questi giorni si è verificato agli sportelli del sindacato. Un vera e propria fuga che la nuova agevolazione prevista nel decreto del governo permette e lascia prevedere. «Tra i nostri docenti – dice Salvo Inglima, segretario generale Cisl Scuola Bergamo - c’è un grosso timore sulle regole pensionistiche: c’è paura che cambino in peggio. Si prospetta quindi una grande fuga, sia tra i docenti che tra il personale Ata».
«Abbiamo già registrato e istruito pratiche per 150 lavoratori, da tutte le zone della provincia - spiega -. Il problema è quello strutturale delle cattedre da assegnare il prossimo settembre: si libereranno tanti posti, che non saranno coperti da concorsi, già fatti o da svolgere, e che non risolveranno il problema. Alcune nicchie registreranno situazioni difficilmente gestibili, come quello degli insegnanti di sostegno, o quelli di matematica e fisica alle medie, e alcuni insegnamenti specifici degli istituti tecnici».
Cisl Scuola sta dando risposte a tanti iscritti e gli operatori sono sommersi di richieste: è stato anche condotto un sondaggio per capire i motivi che spingono a lasciare anzitempo il lavoro. «Oltre al timore dell’inasprimento dei parametri per andare in pensione – continua Inglima -, hanno avuto particolare peso anche l’eccessiva complessità del lavoro affidato, le relazioni con gli alunni e il mancato riconoscimento sociale del lavoro. Insomma, con “Quota 100”, è emerso con forza il grande stress lavorativo della nostra categoria». Il problema, ora, riguarda le ripercussioni che questo «esodo» avrà. «Per chi resta, tante incognite sul futuro – conclude il segretario Cisl Scuola –, sia in termini economici che da stress correlato al lavoro».
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