Benzinai in sciopero da lunedì sera
«Destinati a chiudere se non avremo aiuti»

Gestori chiusi da lunedì sera a martedì pomeriggio anche in autostrada. «Noi, ignorati dai Decreti Ristori».

Dalle 19 di lunedì 14 dicembre fino alle 15 di mercoledì 16 dicembre, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale, saranno chiusi per sciopero. Lo confermano in un comunicato congiunto le organizzazioni di categoria, Figisc/Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl. «La chiusura si è resa indispensabile e indifferibile per impedire il fallimento delle gestioni che, escluse immotivatamente dai Decreti Ristori, sono destinate alla chiusura definitiva entro poco tempo, lasciando sulla strada migliaia di posti di lavoro – sottolinea Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere Figisc Confcommercio –. Infatti, nonostante le fortissime limitazioni imposte dai provvedimenti adottati dal Governo e senza distinzione di colore delle zone che dividono il Paese, i gestori devono comunque mantenere aperti gli impianti anche di fronte alla precipitazione delle vendite o, peggio, in totale assenza di erogati. Al Governo i gestori hanno già rappresentato che, senza vendite, (e con margini unitari di circa 3 centesimi a litro), non hanno più risorse economiche per approvvigionare gli impianti del carburante necessario».

I gestori bergamaschi sono in grave difficoltà, per il calo del lavoro e per i margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties: «Le restrizioni nelle aree rosse hanno prodotto effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale. Senza sostegni e aiuti o sgravi fiscali, anche la rete bergamasca potrebbe vedere scomparire per sempre tante attività, a prevalente gestione familiare» aggiunge Renato Mora. Nelle stazioni di servizio saranno esposti cartelli con le scuse agli automobilisti e un messaggio più che eloquente: «Con l’obiettivo di sopravvivere, i gestori sono costretti a chiudere gli impianti ora – come forma estrema di protesta – per non chiudere per sempre».

© RIPRODUZIONE RISERVATA