Cronaca / Bergamo Città
Domenica 10 Novembre 2024
«Basta violenze, serve il daspo ferroviario»
AGGRESSIONI. Pendolari e controllori preoccupati anche a Bergamo dopo gli episodi accaduti il 4 novembre a Genova e il 9 a Mortara. I sindacati: «Stazione più sicura rispetto ad anni fa, ma guardia alta».
«L’impressione è che i controllori siano sempre più tesi, però di fatti gravi o aggressioni non ne ho mai viste, per fortuna». Ambra ha trent’anni ed è una pendolare appena scesa in stazione a Bergamo dal treno arrivato da Treviglio. Nel viavai «ristretto» causa cantiere sui binari principali, qui sul binario ovest la ressa sembra ancora maggiore. «Ufficialmente non possiamo dire niente – spiega un macchinista –: di certo negli anni il clima si è fatto più teso. Su un treno di otto vagoni siamo praticamente in due: io e il capotreno. Troppo pochi. Soltanto qualche presenza in più potrebbe fare la differenza. E invece ci sostituiscono con la tecnologia e le stazioni diventano deserte e pericolose».
La situazione a Bergamo
La tensione si respira sulle banchine e sui treni a Bergamo, dopo gli episodi che hanno avuto come vittime dei controllori, a partire dal caso di Genova Rivarolo, dove lunedì 4 novembre un capotreno è stato accoltellato. Fino a sabato 9 novembre, alla stazione di Mortara, con una capotreno donna schiaffeggiata da un passeggero al quale aveva chiesto di spegnere la sigaretta. A Bergamo, dove il viavai di militari dell’Esercito e degli agenti della polizia ferroviaria è pressoché costante, due ragazze su una panchina sono in attesa del treno al termine di una giornata all’università: «Cerchiamo di stare sempre in gruppo – confidano –: trovarsi da sole è sempre un rischio. Se questi soggetti non hanno più nemmeno rispetto per il capotreno in divisa, non sappiamo per chi potrebbero averlo».
«La nostra proposta è il daspo ferroviario»
Luca Beccalli, macchinista di Trenord, è segretario regionale del sindacato ferroviario Orsa: «Rispetto ad alcuni anni fa, la situazione alla stazione di Bergamo è andata leggermente migliorando – spiega –: in passato è stata per un certo periodo davvero critica. Oggi i problemi ci sono ancora, tra tossicodipendenti e sbandati che bazzicano attorno allo scalo ferroviario e sui convogli fermi, soprattutto di notte. Rispetto ad altre stazioni, a Bergamo il clima è migliore perché è presente un dirigente di movimento e opera il posto di polizia della Polfer. Negli anni sono cresciuti i controlli e oggi, anche con i lavori che sono in corso, la stazione è più popolata e sicura del solito. Tutto questo di fatto isola la presenza della delinquenza che, invece, nella maggior parte delle stazioni fa capolino: un aspetto che noi denunciamo da anni. Del resto le stazioni si sono svuotate del personale con il passare degli anni perché ci si è basati troppo sulla tecnologia e sull’informatica, a partire dagli impianti e dalle biglietterie automatiche. Tolti i ferrovieri, molte stazioni sono oggi abbandonate a sé stesse. È come per una strada buia: al 99% ci sarà delinquenza. Mentre basterebbe un faro perché ciò sia più difficile. E poi servirebbero interventi più incisivi nei confronti di chi delinque sui treni. La nostra proposta è quella del daspo ferroviario. È assurdo che alcuni colleghi, aggrediti da passeggeri presi in carico dalla polizia, se li ritrovino a bordo il giorno dopo oppure, com’è capitato, già lo stesso giorno».
Alcuni anni fa proprio il sindacato dei ferrovieri aveva presentato un esposto alla Prefettura cittadina «per evidenziare la presenza, pericolosa, di tossicodipendenti e spacciatori, soprattutto la notte – prosegue Beccalli –: si tratta anche spesso di scelte sociali, perché si preferisce avere queste persone in un unico posto anziché in giro per la città. Sul territorio bergamasco, in particolare nella zona di Treviglio, nodo ferroviario importante, si sono invece registrate risse tra ragazzini e bulletti. C’è anche un problema sociale: alla base c’è l’assenza di educazione, a partire dalla famiglia e poi dalla scuola. Non c’è più rispetto per le istituzioni, nel nostro caso del capotreno, che è anche un pubblico ufficiale in divisa. Lo abbiamo ribadito più volte, anche in Regione. Il prossimo 20 novembre avremo un incontro con Trenord proprio sul tema della sicurezza: chiederemo in primis un aumento del personale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA