Autotrasportatori in sciopero
Benzina e cibo a rischio

Un ponte prefestivo a rischio per le pompe di benzina, le spedizioni, le consegne e le provviste negli scaffali della distribuzione: venerdì 27 ottobre, si fermeranno gli autisti della distribuzione dei carburanti.

Poi, lunedì 30 e martedì 31 ottobre, incroceranno le braccia i lavoratori dell’intera filiera delle spedizioni e del trasporto (autisti, facchini e corrieri). E questi tre giorni di sciopero (che interesseranno circa 10mila addetti bergamaschi distribuiti in oltre 1500 aziende) segnano una mobilitazione senza precedenti: si tratta di un’agitazione lanciata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti contro le «inaccettabili proposte» delle associazioni datoriali ai sindacati nel tavolo di trattativa sul rinnovo del Contratto nazionale «Logistica, Trasporto Merci e Spedizione». Tra queste: eliminare la quattordicesima, ridurre le giornate di riposo, fermare gli scatti di anzianità, dimezzare indennità di trasferta, permessi, festività e Rol. «Il rinnovo di un contratto di lavoro non può essere raggiunto a detrimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori», scrivono nei volantini i sindacati.

«Sono passati due anni dall’avvio delle trattative nazionali per il rinnovo del CCNL – dice Antonio Scaini, segretario generale di Fit Cisl Bergamo -. Due anni nei quali il settore ha registrato una decisa crescita in termini di volumi movimentati e fatturato delle aziende, risultati resi possibili dallo sforzo quotidiano di migliaia di lavoratrici e lavoratori, dipendenti diretti e in appalto. Alle nostre rivendicazioni, le associazioni datoriali e ie Imprese hanno risposto chiedendo sconti, flessibilità, meno regole e meno contrattazione, per la sciare più libere le imprese di sfruttare i lavoratori e aumentare i profitti. Tutto questo è inaccettabile».

La trattativa, seppur complessa, fino alla ripresa di settembre 2017 presentava degli avanzamenti che facevano sperare in una conclusione positiva dei negoziati ma, alla richiesta di Filt, Fit e Uiltrasporti di adeguamenti retributivi congrui e garanzie di continuità lavorativa nei cambi appalto – autentica spina nel fianco dei lavoratori della logistica – si è arrivati al punto di rottura. «Riteniamo inaccettabile la proposta di introduzione di ulteriori elementi di flessibilità, organizzativa e salariale, all’interno del Contratto nazionale», scrivono i sindacati.

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