Cronaca / Bergamo Città
Martedì 03 Maggio 2016
Assolto per il furto di wurstel e formaggio
La Cassazione: aveva fame, non è reato
La Cassazione ha annullato completamente la condanna per un furto da 4 euro inflitta a un giovane straniero senza fissa dimora: secondo i giudici non è punibile chi ruba al supermercato piccole quantità di cibo per «far fronte» alla «imprescindibile esigenza di alimentarsi».
«Non costituisce reato» rubare per fame piccole quantità di cibo al supermercato. La Cassazione ha annullato completamente la condanna per furto inflitta dalla Corte di Appello di Genova a un giovane straniero senza fissa dimora, affermando che non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba al supermercato piccole quantità di cibo per «far fronte» alla «imprescindibile esigenza di alimentarsi». Con questo verdetto la Suprema Corte ha giudicato legittimo non punire un furto per fame del valore di 4 euro per wurstel e formaggio.
A fare ricorso in Cassazione non è stato il giovane senza fissa dimora, Roman Ostriakov. Il ricorso lo ha fatto il Procuratore generale della Corte di Appello di Genova che chiedeva che l’imputato fosse condannato non per furto lieve, come stabilito in primo e secondo grado, ma per tentato furto dal momento che Roman era stato bloccato prima di uscire dal supermercato, dopo essere stato notato da un cliente che aveva avvertito il personale vigilante. Il clochard alla cassa aveva pagato solo una confezione di grissini, non i wurstel e le due porzioni di formaggio che si era messo in tasca. La sentenza degli ermellini - numero 18248 della Quinta sezione penale - non riporta l’entità della pena inflitta a Roman, che aveva già dei precedenti di furti di generi alimentari di poco prezzo perchè spinto dalla fame.
Ad avviso dei supremi giudici quello commesso da Roman è un furto consumato e non tentato, ma - a loro avviso - «la condizione dell’imputato e le circostanze in cui è avvenuto l’impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità». Così è stata annullata senza rinvio la sentenza di condanna inflitta in appello il 12 febbraio del 2015.
Una vicenda che riporta alla memoria il passaggio di una canzone di Fabrizio De Andrè del 1973, «Nella mia ora di libertà»: «Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame...». Meno estremo della canzone, ovviamente, il concetto che affiora dalla sentenza della Cassazione, secondo la quale «non costituisce reato» il fatto di rubare per far fronte al bisogno di alimentarsi.
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