Cronaca / Bergamo Città
Martedì 28 Aprile 2020
Arcuri su mascherine, zone rosse e App
In Germania risalito l’indice di contagiosità
«Resto un convinto assertore della prudenza. Il governo sta valutando se istituire nuove zone rosse. Il prezzo di 0,50 euro a mascherina nell’esclusivo interesse dei cittadini. a maggio l’attivazione della app immuni».
«Mancano 6 giorni al 4 maggio, conoscete le decisioni del governo, inizia un graduale alleggerimento delle misure di contenimento che tutti abbiamo dovuto sopportare. Resto un convinto assertore di prudenza e cautela, penso sia necessario aver cura di noi stessi e dei nostri cari e che i fatti valgono più dei nostri desideri. Non si può attendere che il rischio sia pari a zero per uscire dal lockdown, avete ragione, ma non ci si può illudere di uscirne sottovalutando i rischi che corriamo. I dati che arrivano dalla Germania dimostrano come sia alto il rischio di tornare ad un lockdown totale se si alleggeriscono troppo in fretta le misure di contenimento prese». Lo ha sottolineato il commissario straordinario Domenico Arcuri in conferenza stampa commentando la notizia che l’R con zero, l’indice di contagiosità del virus, è tornato a salire in Germania da 0,7 a 1,1.
«Il governo sta valutando se definire di nuovo delle zone rosse per evitare l’estensione di nuovi focolai di infezione, che riprendono a manifestarsi - ha aggiunto -. Ecco perché uscire dal lockdown non è facile ed ecco perché essere costretti a tornare al lockdown non sarebbe difficile». «Avrei tanta voglia di parlare dalla trincea in cui da 40 giorni mi trovo con il dottor Borrelli e i nostri collaboratori, di parlare dei liberisti che emettono sentenze quotidiane da un divano con un cocktail in mano. Ma non lo farò, il mio dovere è lavorare».
Arcuri ha polemizzato con chi «dice che il prezzo delle mascherine lo fa il mercato, sorseggiando i loro centrifugati». «Lo Stato deve acquistare tutte le mascherine che trova. Ho fissato il prezzo massimo nell’interesse dei cittadini, non ho fissato il prezzo massimo di acquisto. Lo Stato deve incentivare la produzione italiana, come con il “Cura Italia”: abbiamo rassicurato i produttori che compreremo tutto quello che produrranno».
«Lo Stato deve produrre tutte le mascherine che può e incentivare la produzione, l’idea che fissare un prezzo massimo abbatta la capacità dell’impresa italiana di produrne è superficiale o assai poco informata - aggiunge -. È economia di guerra? No, è senso civico. È per sempre? No, finché il mercato non sarà libero. È un danno per i vergognosi speculatori, lo rivendico. Non ci saranno più le mascherine nelle farmacie e nei supermercati? Certo, nessuna che costi più di 0,50 euro»
«Abbiamo stipulato accordi per il rifornimento da aziende italiane di 660 milioni di mascherine chirurgiche al prezzo di 0,39 euro, 11 centesimi in meno del prezzo massimo di vendita». «Il mercato italiano non è ancora pronto per fissare il prezzo giusto nell’incontro tra domanda e offerta. Prima della crisi - ha aggiunto - le mascherine costavano 0,08 centesimi, sei volte di meno il prezzo massimo fissato. Il prezzo calmierato delle mascherine è stato fatto a esclusivo interesse dei cittadini».
«Da lunedì potremmo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, tre volte l’attuale fornitura. Dal mese di giugno arriveremo a 18 milioni, dal mese di luglio 25 milioni e quando inizieranno le scuole a settembre potremmo distribuire 30 milioni di mascherine al giorno, undici volte quel che distribuivamo all’inizio dell’emergenza».
L’Italia «è il primo paese al mondo per tamponi fatti in relazione al numero di abitanti». Arcuri ha rilevato che «sono ancora pochi e ne dovranno esser fatti di più, ma facciamo pace con noi stessi e mettiamo i cittadini nelle condizioni di avere tutte le informazioni e le risposte che meritano». Secondo i dati del Commissario, in Italia sono stati fatti ieri 2.960 tamponi ogni centomila abitanti, in Germania 2.474, «il 20% in meno», in Gran Bretagna 1.061, un terzo dell’Italia, e in Francia 560, un sesto del nostro paese.
«Il premier Conte domenica ha dato una molteplicità di informazioni ai cittadini come il momento richiedeva, non ha fatto cenno alla app di contact tracing, ma non significa che il lavoro non proceda: stasera abbiamo una riunione di coordinamento. La app si avvarrà di tecnologia bluetooth e non c’è nessuna controindicazione. A maggio con le prime funzionalità, cioè il contact tracing, sarà in funzione, in tempi ravvicinati saranno attive anche le funzionalità più vicine al diario clinico», cioè la connessione con il Sistema sanitario nazionale.
Non è stato ancora deciso se i dati raccolti dalla App per il contact tracing saranno conservati sui device dei cittadini o su un server pubblico. Ovviamente la scelta verrà fatta prima che «Immuni» venga attivata. «Al momento dello sviluppo si potrà decidere se lasciarli sul telefonino e/o su un server pubblico e italiano - ha spiegato Arcuri - In ogni caso non cambia nulla sulla piena e assoluta garanzia della privacy» in quanto i «dati sono criptati».
«A maggio quando? A maggio, può essere anche il primo maggio...», ha precisato sorridendo Arcuri dopo la conferenza stampa ai giornalisti che chiedevano dettagli sui tempi di attivazione della app. Quanto al funzionamento dell’applicazione, «allo stato attuale l’alert (l’avviso che hai avuto un contatto con un positivo, ndr) arriva al cittadino - ha spiegato il commissario - ed è quest’ultimo protagonista del percorso sanitario», insomma non è la Asl ad avvisarti, ma il contrario.«Ovviamente se non c’è tempestività tra la segnalazione e il tampone non abbiamo raggiunto l’obiettivo di contact tracing - ha specificato ancora Arcuri in conferenza stampa -, dunque è necessario essere sottoposti ai tamponi. Anche se sai che se sei negativo potresti poi diventare positivo in seguito. Gli scienziati ci dicono che il tempo minimo certo per essere a rischio contagio è di 15 minuti, la distanza di rischio tra un metro e due metri, ma meglio ragionare sui due metri».
«Negli ultimi due giorni abbiamo definito il campione per il test seriologico con Istat e Inail, fino a individuare 150 mila cittadini divisi per categorie che a titolo gratuito vi si sottoporranno. Distribuiremo i test alle singole regioni, che hanno già i loro laboratori accreditati, comunicheremo insieme dove sono e nel più breve tempo possibile faremo i test. Poi verificheremo per una seconda ondata di test e valuteremo se calmierare anche il prezzo dei test, per ora non è necessario».
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