Il «menestrello italiano» già da tempo asseconda la sua versatilità in campo musicale, presentandosi al pubblico con concerti basati su diverse formazioni. Può così passare con grande facilità dall’esecuzione in duo del repertorio di musica del passato, che fa parte della sua collana «Futuro Antico», alla classica formazione folk-rock, con basso e batteria. Accompagnato da Fabio Valdemarin alle tastiere, Antonello D’Urso alle chitarre, Stefano Olivato al basso e Davide Ragazzoni alla batteria, Angelo Branduardi riporta così sul palco quel mondo musicale e creativo che, attingendo dalle leggende popolari e ai suoni del passato, lo ha reso unico sulla scena musicale italiana e internazionale.
Le sue canzoni, capaci di fondere mirabilmente musica e poesia, affondano a piene mani nella spiritualità, elemento fondamentale che per Branduardi rappresenta «il tentativo di guardare al di là della porta chiusa, di scorgere ciò che non c’è ma che si vorrebbe che ci fosse». Il «violinista che per combinazione ha scritto anche parole e musica», come ama definirsi lui stesso, torna dunque sulle scene mettendo in scaletta i brani più amati del suo repertorio, da «Si può fare» a «Confessioni di un malandrino», da «La pulce d’acqua» all’immortale «Alla Fiera dell’Est». Tutti grandi successi che hanno arricchito gli ultimi 40 anni di musica italiana.
L’appuntamento è al Creberg Teatro Bergamo, in via Pizzo della Presolana, guiovedì 20 febbraio alle 21. Per info: [email protected]; http://www.crebergteatrobergamo.it; telefono 035/ 343.434.
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