Alessandra, l’ultima chiamata a casa
«Mamma, stasera mi fermo a cena da lui»

A Ponteranica il dolore di familiari e amici della studentessa. La passione per lo studio e i viaggi. Un’ex insegnante: «Le volevamo bene».

«Ciao mamma, mi fermo a cena a casa di Denis, ci vediamo più tardi». Lorena Valetti stringe tra le mani il cellulare attraverso il quale, l’altra sera, ha sentito per l’ultima volta la voce della figlia, e non si dà pace. Le poche parole con cui l’avvisava che non sarebbe rientrata a mangiare, non le escono dalla mente. Alessandra Cornago stava progettando il prossimo viaggio con il suo ragazzo, forse a Roma, per Pasqua, dopo che negli anni scorsi aveva viaggiato intorno al mondo. Pochi minuti dopo quell’ultima telefonata, si è consumata la tragedia che se l’è portata via.

Una disgrazia senza senso, che ha stordito l’intera comunità di Ponteranica, dove la ragazza viveva insieme ai genitori e ai fratelli Lorenzo e Federica, quando non aveva lezione in università e tra un viaggio e l’altro in qualche Paese straniero. La famiglia si è chiusa in un silenzio impenetrabile; il padre, Gianluigi, titolare di un’azienda florovivaistica, ha appreso la notizia mentre si trovava in viaggio ed è rientrato immediatamente a casa. La mamma, molto conosciuta in paese per la sua attività di parrucchiera, è rimasta tutto il giorno nell’abitazione di via Rigla, dove ha ricevuto le visite e il conforto di alcuni amici, del sindaco Alberto Nevola e del parroco della Ramera, don Flavio Rosa. «Ho ricevuto il dono della sua gioiosa presenza per vent’anni, ora non posso chiedere di più», ha confidato la donna a un’amica e al parroco, distrutta da un dolore insopportabile. Così come insostenibile è l’attesa dei genitori per un’autopsia che sarà eseguita solo a metà della prossima settimana.

I familiari di Alessandra hanno chiesto che nel frattempo venga mantenuto il massimo silenzio sulla vicenda, nel rispetto del loro dolore. «Siamo confusi, io per primo – ha detto il parroco, dopo la visita alla famiglia –. Una morte così non si riesce davvero a concepire. Sono tutti troppo sconvolti per pensare a quello che succederà domani».

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