Dopo il successo della mostra «Laudato sì», dedicata al delicato equilibrio tra Uomo e Creato, continua l’impegno della Fondazione Credito Bergamasco a provocare riflessioni quanto mai attuali. In mostra c’è «Al tempo dei lupi», l’esposizione delle opere di Sergio Battarola presso il Centro Culturale San Bartolomeo a Bergamo (Largo Belotti, 1).
«Homo homini lupus. Il sintetico aforisma del filosofo inglese Thomas Hobbes mi è tornato in mente alla visione della interessante e originale produzione di Sergio Battarola, dedicata al tema dei lupi – anticipa Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Creberg -. Ho pensato subito che il lavoro di questo straordinario artista, introverso e profondo, tecnicamente eccellente, “scoperto” e valorizzato da Giovanni Testori, potesse dar luogo ad un evento espositivo di rilevante spessore che ci consentisse di porre al centro della comune attenzione e delle nostre riflessioni le situazioni prevaricatorie che nel mondo si ripetono quotidianamente: il crescente imbarbarimento nelle relazioni collettive e personali, l’individualismo culturale ed esistenziale che sembra ormai prevalere nei comportamenti e nel pensiero, accrescendosi in modo esponenziale proprio nella nostra civiltà occidentale decadente e svuotata dei suoi originari valori etici. Da qui il titolo della mostra Al tempo dei lupi».
L’attrazione e la persistenza di Battarola verso il lupo, accresciuta nel corso di una ventina d’anni con studi e approfondite ricerche si inserisce in un antico solco percorso a ritroso nel tentativo di recuperare memorie di convivenze sullo stesso territorio di generazioni di uomini forti e risoluti, mai domi dalla fatica, sempre alla ricerca di nuove aree selvatiche da addomesticare, e i lupi, predatori dalle capacità altamente evocative, oltremodo amplificate dalla cultura popolare.
«L’esposizione – aggiunge Claudia Emedoli, curatrice della mostra con Angelo Piazzoli- presenta alcune riflessioni sulla natura del lupo proponendo una selezione fra i tanti disegni a matita e tempera su carta realizzati dal 2003 ad oggi, caratterizzati da rigore e serialità. Le figure prendono foggia nella rituale ripetizione degli stessi passaggi di gesto e veicolano una forte carica di graffiante ferocia nell’insistita stratificazione del tratto, reiterato nella fissità della postura di lupi in atteggiamento di manifesta aggressività. Le immagini rispecchiano il carattere stereotipato del lupo ideato e sostenuto durante il Basso Medioevo, che lo ha reso una presenza sinistra e diabolica, come si evince dal famoso inizio dell’Inferno dantesco, in cui il pellegrino incontra tre fiere, l’ultima delle quali, la più temibile, è una lupa. La descrizione di questo predatore notturno da parte del Sommo Poeta si inserisce in un particolare sistema religioso di simboli ideato intorno alla contrapposizione di salvezza e peccato, Paradiso e Inferno, che ha incrementato il numero di animali e creature fantastiche zoomorfe, caricate di significati morali, portando alla sfortuna di alcune di esse come appunto il lupo».
La mostra sarà visitabile fino al 13 ottobre, dal lunedì alla domenica dalle 16 alle 19, sabato e domenica anche dalle 10 alle 12. Ingresso libero e distribuzione del catalogo gratuita. Per informazioni: www.fondazionecreberg.it.
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