«Al lavoro per un rientro in sicurezza»
Azzolina: un miliardo alla scuola

«Siamo al lavoro incessantemente per consentire il rientro nelle aule in sicurezza a settembre. Il Comitato tecnico-scientifico, dopo aver definito il documento, presentato la scorsa settimana, relativo agli esami di Stato, è ora concentrato sul protocollo di sicurezza che guarda al nuovo anno scolastico. Le misure saranno consegnate al Ministero dell’Istruzione la prossima settimana». Lo affermano in una nota congiunta il ministro della Salute, Roberto Speranza, e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

«La scelta di chiudere le scuole - ribadiscono - è stata dura ma necessaria e ha consentito di tutelare la salute di tutti noi. Ora lavoriamo per settembre con indicazioni che saranno improntate alla massima sicurezza, chiarezza e attuabilità. Misure che, dopo il vaglio del Comitato tecnico-scientifico, saranno portate all’attenzione dei sindacati per la preliminare condivisione e poi diffuse alle scuole per la necessaria attività preparatoria dei prossimi mesi», proseguono i due ministri.

«Tutto il mondo della scuola ha fatto un grande sacrificio in queste settimane - sottolinea il ministro Speranza - fondamentale per salvaguardare la salute di tanti cittadini. Di questo siamo tutti consapevoli. Il ministero della Salute, in piena sintonia con il Comitato tecnico-scientifico, continuerà ad essere al fianco del mondo dell’Istruzione, per far sì che il rientro nelle aule avvenga a settembre e in piena sicurezza».

«Ringrazio il Comitato per il grande lavoro di queste settimane - aggiunge Azzolina - e per il supporto che sta dando al ministero dell’Istruzione e alle scuole. Vogliamo tutti tornare presto alla normalità. La collaborazione con il ministero della Salute è imprescindibile».

Ma non solo. Un miliardo per la gestione del rientro a scuola a settembre e quasi altri 500 milioni per device, protezioni, esami, edilizia e quant’altro: non mancano le risorse per la ripartenza dell’istruzione in Italia, con gli esami di maturità che si avvicinano e con i ministri Azzolina e Speranza al lavoro serrato con il Comitato tecnico-scientifico per il «rientro in sicurezza». Ma con l’aumentare delle tensioni, il dossier scuola approda a Palazzo Chigi. Due i fronti. Il primo è quello del ritorno tra i banchi: «La riapertura a settembre sarà un passaggio fondamentale per il governo, dovremo impegnarci tutti insieme», spiega un ministro, sottolineando che su questa prova, non facile, l’esecutivo si gioca una fetta importante di consenso.

Il secondo, più immediato, è lo scontro in atto sui concorsi, che porta alla ministra Lucia Azzolina diverse critiche dai partiti di maggioranza. Tra i Dem tanti parlamentari l’accusano di agire da sola, senza condividere le scelte: qualche senatore vorrebbe forzare sul tema dei concorsi e di fatto - ma questa è una posizione molto minoritaria - «commissariare» la ministra dando più potere ai tecnici. Ma i ministri Pd intervengono a mediare, nel merito della norma che coinvolge decine di migliaia di precari, sulla quale è molto critica anche Leu, e soprattutto i sindacati già adombrano uno sciopero.

Le posizioni, in questi giorni, sono rimaste distanti mentre i tempi sono sempre più stretti: il decreto scuola, all’esame del Senato, a fine mese deve passare all’esame della Camera ed essere varato definitivamente entro il 7 giugno.

È proprio il nodo politico dei concorsi ha portato il premier Giuseppe Conte a convocare con la ministra dell’Istruzione un vertice dei capigruppo dei partiti che sostengono il governo, viste le tensioni nella maggioranza proprio sul tema delle nuove immissioni in ruolo dei prof. Sul tavolo dell’incontro convocato a sera tarda dopo il consiglio dei ministri, anche una proposta di sintesi della ministra: convocare il concorso per gli insegnanti della scuola secondaria ma inserire una clausola che faccia scattare l’assunzione a tempo determinato, secondo le graduatorie, nel caso in cui l’emergenza renda impossibile svolgere la prova. Un’ipotesi di mediazione sui cui si starebbe lavorando da mercoledì, in un susseguirsi di riunioni anche in notturna tra la stessa Azzolina e la maggioranza.

Nella proposta ci sarebbe, in caso di impossibilità di tenere la prova scritta in presenza a causa del mutato quadro epidemiologico, l’ipotesi di svolgere una prova scritta durante l’anno. Sarebbero così stati compiuti passi avanti verso una mediazione ma sulla norma contenuta nel decreto sulla scuola, spiega una fonte parlamentare Pd, si è continuato a lavorare anche nella riunione con il premier convocata per sbloccare l’impasse e siglare un’intesa tra il M5s, che spinge perché i concorsi si tengano, e Pd e Leu, che chiedono, vista l’emergenza, di far valere le graduatorie.

Ma alla Flc Cgil, che si è detta pronta allo sciopero, non piace l’ipotesi avanzata da M5s che prevede una clausola di emergenza da far scattare per il concorso straordinario per i docenti precari della scuola. «Per noi esiste l’unica possibilità reale che è quella del concorso per titoli. Prima se ne prende atto e meglio è per la scuola», dice all’Ansa il segretario della Federazione della conoscenza, Francesco Sinopoli.

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