Agricoltori contro l’invasione dei cinghiali
Vogliono eliminarli (e magari mangiarseli)

Dalla libertà di scorrazzare nei campi a un piatto fumante, accanto a una generosa porzione di polenta. Vita dura per gli oltre 1100 cinghiali presenti in Bergamasca.

Per contenere una demografia degli «artiodattili» Coldiretti Lombardia è scesa in campo con una proposta di legge incentrata sul concetto di «legittima difesa». «L’invasione dei cinghiali in costante crescita va fermata – spiega Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo –. Il fenomeno mette a rischio il futuro delle imprese agricole e la salute dei cittadini». Dal 2004 a oggi nella Bergamasca (fra agricoltura e incidenti stradali) il totale dei danni ha superato il milione e mezzo di euro. Su scala lombarda, invece, il conto causato dalla fauna selvatica negli ultimi 12 anni ha ormai oltrepassato la soglia dei 17 milioni di euro, di cui 13 milioni per assalti ai campi e 4 milioni per schianti automobilistici. La proposta legislativa di Coldiretti parte dal principio di rendere più efficiente il contenimento delle popolazioni di cinghiali e prevede di creare delle mappe territoriali sulla presenza di questi animali con misure di selezione delegate anche agli agricoltori in possesso di regolare licenza di caccia.

Si prevede, inoltre, che le carni degli animali abbattuti (dopo gli opportuni controlli sanitari) possano essere portate in tavola per il consumo privato oppure destinate a soggetti che operano nel sociale. Oggi come oggi un agricoltore non cacciatore (la maggior parte) di fatto non può fare nulla contro i cinghiali.

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