Aeroporto, Gori boccia la cabinovia
«Il treno è una scelta più solida»

Un’idea “suggestiva” più che concreta. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori sbarra per l’ennesima volta la strada al progetto della cabinovia di collegamento tra l’aeroporto di Orio al Serio e la stazione. Lo fa con una lettera a L’Eco di Bergamo in cui espone tutti i motivi per cui è preferibile puntare sul collegamento ferroviario.

«Non vorrei che la “suggestione” ponesse in ombra le ragioni che promuovono l’adozione di una soluzione ben più solida, ossia quella del collegamento ferroviario», scrive il primo cittadino al nostro giornale. «Che questa sia l’opzione di gran lunga preferibile non lo dico ovviamente io - chiarisce Gori - ma numerosi e ben più autorevoli soggetti: l’Unione Europea innanzitutto, per la quale il collegamento dei principali scali aeroportuali alla rete del ferro è addirittura una prescrizione». E poi «il governo (per bocca del Ministro dei Trasporti), l’Enac, la Regione (nel suo “Programma mobilità e trasporti”, dove è indicato come una priorità), la Provincia, tutta la rappresentanza bergamasca in Parlamento e in Regione, le istituzioni economiche al completo (Confindustria, Imprese e Territorio, Camera di Commercio), i sindacati, la Sacbo; e ovviamente il Comune di Bergamo, che all’unanimità ha votato un ordine del giorno che indica il raccordo ferroviario come un obiettivo di primaria importanza».

Da perseguire, per Gori, in modo unitario, preferendo con decisione il treno rispetto all’ipotesi cabinovia presentata poche settimane fa dagli azzurri Stefano Benigni e Jonathan Lobati. «La ragione di tale preferenza - argomenta il sindaco - è chiara». E sta nella «differenza che corre tra collegare l’aeroporto alla rete regionale del ferro, rafforzandolo dunque da un punto di vista strutturale e competitivo - cogliendo in più l’occasione per riqualificare la tratta ferroviaria Bergamo-Milano», e invece «installare un’infrastruttura di collegamento “punto a punto”, pensata principalmente per l’utenza turistica» come la cabinovia. L’impianto a fune determinerebbe anche, evidenzia Gori, una «rottura di carico verso qualunque altra destinazione», cioè la necessità per l’utente di cambiare mezzo, con tutte le conseguenze che ciò implica sul piano pratico.

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