Addio a Tarchini, nella storia de «L’Eco
Al timone per molti anni della tipografia

È stato e resterà una figura indimenticabile nella storia de L’Eco di Bergamo. Paolo Tarchini, direttore della tipografia sino al 1995, si è spento nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 maggio, in una camera dell’ospedale Humanitas Gavazzeni, dove era ricoverato da una quindicina di giorni per problemi cardiaci.

Nato il 7 aprile 1926, era arrivato al giornale nel 1940, in veste di compositore apprendista. Al tempo i computer erano un sogno, le pagine erano di piombo. Nel 1962 divenne il proto, ovvero il primo tipografo e nel 1972 venne nominato direttore della tipografia. Dopo 55 anni di lavoro, nel 1995 era andato in pensione. Tarchini passerà alla storia del nostro giornale perchè ha vissuto, governato e persino anticipato i grandi cambiamenti dell’arte tipografica, guardando sempre avanti, «oltre, con una forte attenzione allo sviluppo tecnologico.

Dedizione e professionalità hanno caratterizzato la sua vita. Dal pomeriggio fino alle 3 di notte la sua era una presenza preziosa e autorevole. In un momento critico della storia de L’Eco, per esempio, Paolo Tarchini ebbe la forza e lungimiranza di trovare soluzioni, come quella di stampare, nelle ore del giorno quando le rotative erano ferme, montagne di pubblicazioni per la Montedison. Tanto era l’amore per il suo giornale che rifiutò la proposta del Sole 24 Ore di dirigere la tipografia milanese. Per conto della Curia si occupò anche di realizzare una tipografia in terra di missione, in Camerun.

Dopo essere andato in pensione, nominato Maestro del Lavoro, ogni giorno leggeva con attenzione il «suo» Eco. Vedovo dal 2001, ha avuto tre figli: Gualtiero, Glauco e Luisa; quest’ultima è deceduta nel 2013, lasciando il figlio Diego, l’unico nipote, al quale Paolo era molto legato. La salma è composta nella chiesetta dell’asilo di Ramera di Ponteranica. I funerali sono fissati per venerdì 27 maggio alle 10 nella parrocchiale della Ramera. Ai figli e parenti, in particolare a Glauco, responsabile della diffusione del nostro giornale, le condoglianze più sentite. 

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