Acrobazie e il mondo di Dalì - foto e video
Al Donizetti si sogna con la grande prosa

Tra acrobazie e circo, il 15 dicembre torna sulla scena un fondale di Salvator Dalì ritrovato nei magazzini a New York. Si inaugura anche la mostra degli studenti dell’Accademia «Corpo-Disegno-Teatro».

Debutto attesissimo martedì 15 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Donizetti di Bergamo lo spettacolo «La verità» di Daniele Finzi Pasca, efficace artista, creatore e poeta svizzero che traduce in visioni le acrobazie circensi. Il suo spettacolo inaugura la stagione di prosa 2015-2016, la prima firmata dal Direttore artistico Maria Grazia Panigada.

La Verità non è solo spettacolo, non è circo, non è teatro, ma tutto insieme: un universo acrobatico di sicura fascinazione che ingloba temi diversi. Gli spunti sono tanti, lo stesso artista li enumera, «Tristano e Isotta, la New York degli anni ‘40, il viaggio interiore di chi dovette lasciare l’Europa per rifugiarsi negli Stati Uniti», scrive Daniele Finzi Pasca, che continua: «Ci sono temi che aprono su altri temi, nella testa le idee rimbalzano e si compongono in immagini. Una distesa di fiori gialli, personaggi bendati, velati, come le statue di Giuseppe Sanmartino nella cappella di San Severo a Napoli. Mani con dita lunghissime, ombre che deformano le proporzioni, rosso sangue, bianco, il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri impossibili, corpi che si dislocano, piume e paillettes come se la storia prendesse vita in un vaudeville decadente con un direttore che cerca idee per risollevare le sorti della baracca».

Il resto è un insieme conturbante di simboli: dalla uova care a Dalì, ai veli (ispirati alle teste velate di Tristano e Isotta), la danza/corrida sulle stampelle e un muso di toro su un carretto, acrobazie mozzafiato, danze tribali con strumenti primordiali, bizzarri artisti in tutù e piume di struzzo, tanta clownerie. Il tutto per «portare alla luce» la verità.

All’origine di «La verità» c’è però un’affascinante e misteriosa vicenda d’arte: un telero chiuso in una cassa di legno viene scoperto nei depositi del Metropolitan di New York; è un pezzo unico e raro, straordinario ed enigmatico, 9 x 15 m., frutto dell’unione di una ventina di teli, narra l’infelice amore fra Tristano e Isotta ed è stato dipinto da Salvator Dalì negli anni ’40 a New York per il balletto Tristan Fou (versione surrealista dell’opera di Richard Wagner). È il 2010: Daniele Finzi Pasca sta pensando ad un nuovo spettacolo con la moglie Julie. Gli propongono di utilizzare un fondale di Dalì per un suo lavoro e così nasce La Verità che debutta nel 2011 a Lugano, prima produzione del nuovo Teatro Sunil e Inlevitas. Da allora il viaggio dello spettacolo non si è più fermato e arriva al Teatro Donizetti di Bergamo dal 15 al 20 dicembre.

Intorno a questo importante debutto nella città orobica, si sta sviluppando in questi giorni un intenso programma di incontri con gli artisti, laboratori e una mostra degli allievi dell’Accademia di Belle Arti Carrara.

Imperdibile, martedì 15 dicembre alle ore 10, l’apertura della cassa e il posizionamento in palcoscenico del fondale di Salvator Dalì, bellissima cerimonia pubblica di consegna al teatro e agli spettatori. Durante i giorni di replica de La Verità, gli studenti degli Istituti Superiori di Bergamo e Provincia, potranno partecipare a visite guidate dai coetanei dell’Accademia di Belle Arti Carrara, in cui si spiegano e decodificano la poetica di Dalí e quella del telero.

Giovedì 17 alle ore 18 in Sala Riccardi sempre al Teatro Donizetti si svolgerà un incontro della compagnia con il pubblico (ingresso libero) durante il quale gli artisti di Finzi Pasca spiegheranno come è nata La Verità e come è intimamente legata alla tela. E sempre gli artisti saranno a disposizione di pubblico e scuole, per mostrare le fasi di training e riscaldamento prima dello spettacolo e la nascita dei numeri acrobatici (venerdì 18 e sabato 19 alle ore 18, ingresso libero).

Infine, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara, guidati dai docenti Giovanni De Lazzari e Maria Grazia Recanati, hanno preparato una mostra suggerita dal telero di Dalì, Corpo-Disegno-Teatro che sarà ospitata al Ridotto Gavazzeni del Teatro Donizetti e visitabile nei giorni di spettacolo. La varietà delle soluzioni tecniche adottate si unifica attorno al concetto di disegno, talora inteso in senso puro, come espressione figurativa o come traccia di processi psichici profondi (in rivisitazione di pratiche surrealiste), talora contaminato con tecniche digitali o come base per la calcografia e la pittura. Il disegno è la grammatica fondamentale di un racconto che ruota attorno al mito di Tristano e Isotta, soggetto del telero, riattualizzando il tema dell’amore impossibile. Il corpo è sempre il protagonista, il corpo umano in torsione e tensione, il corpo che ama, che soffre, che muore, il corpo dell’opera e dello stesso disegno, il corpo che agisce e trasmette emozioni sul palcoscenico, nel teatro della vita, nella scenografia» che di ogni composizione artistica è presupposto.

Informazioni sugli spettacoli: tel. 035/4160678 dal lunedì al venerdì ore 9-12 / 15-17.
Biglietteria del Teatro Donizetti: tel. 035/4160601/602/603; da martedì a sabato, ore 13-20; domenica ore 14-15:30 (solo nelle domeniche di spettacolo).
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I biglietti hanno un costo da 10 a 28 euro.

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