apcom
Giovedì 03 Novembre 2011
Vaticano/ Dopo scandalo pedofilia Irlanda chiude sua ambasciata
Vaticano/ Dopo scandalo pedofilia Irlanda chiude sua ambasciata "Motivazioni economiche". Santa Sede: Rapporti non cambiano
Città del Vaticano, 3 nov. (TMNews) - Nuovo strappo tra Irlanda e Santa Sede. Dublino ha annunciato a freddo la chiusura della propria ambasciata presso il Vaticano per motivi economici, dopo mesi di polemiche scaturite dallo scandalo della pedofilia.La decisione di chiudere l'ambasciata in Vaticano è stata annunciata con una nota del ministero degli Esteri irlandese (Tanaiste). I motivi, si precisa nella nota, sono meramente economici, e non riguardano solo la sede diplomatica di Roma, ma anche le ambasciate in Iran e Timor Est. "Sebbene l'ambasciata presso la Santa Sede sia una delle più antiche missioni dell'Irlanda - si legge - non produce ritorno economico. Il Governo ritiene che gli interessi dell'Irlanda con la Santa Sede siano sufficientemente rappresentati da un ambasciatore non residente". Nessuna polemica, insomma, e nessun riferimento al caso pedofilia. Sulla stessa linea la replica vaticana. La Santa Sede "prende atto della decisione dell'Irlanda di chiudere la sua ambasciata a Roma presso la Santa Sede", ha dichiarato in serata il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. "Naturalmente - prosegue il gesuita in una nota diramata in serata - ogni Stato che ha relazioni diplomatiche con la Santa Sede è libero di decidere, in base alla sue possibilità e ai suoi interessi, se avere un Ambasciatore presso la Santa Sede residente a Roma oppure residente in un altro Paese. Ciò che è importante sono i rapporti diplomatici fra la Santa Sede e gli Stati, e questi non sono in questione per quanto riguarda l'Irlanda".Nei mesi scorsi i toni erano stati meno pacati. Una commissione governativa irlandese aveva pubblicato l'ultimo rapporto sugli abusi sessuali compiuti dai preti irlandesi nella diocesi di Cloyne. Un documento che ha innescato una polemica tra le due diplomazie. Il premier irlandese Enda Kenny ha criticato senza mezzi termini le carenze della Santa Sede protratte - ha affermato - sino ad un recente passato. Il Vaticano ha pubblicato, sabato scorso, una nota di puntualizzazioni della Segreteria di Stato. Il governo irlandese aveva replicato ringraziando per il chiarimento, chiedendo "piena cooperazione" per il futuro, ma ribadendo le critiche e parlando di "rabbia" della popolazione irlandese. Nel frattempo il nunzio apostolico in Irlanda, mons. Giuseppe Leanza, prima richiamato a Roma in segno di protesta, è stato poi nominato - come previsto da tempo - rappresentante della Santa Sede in Repubblica ceca. Quanto all'Irlanda, oggi ha comunicato che la sede di ambasciatore presso la Santa Sede, vacante da mesi, verrà chiusa.Sullo scandalo della pedofilia in Irlanda nei mesi scorsi è peraltro intervenuto direttamente il Papa, con una lettera ai fedeli dell'isola, una visitazione apostolica ancora in corso e la dimissione di diversi vescovi. Sul tema più generale degli abusi sessuali del clero, che non hanno toccato solo l'Irlanda, il Vaticano è intervenuto anche oggi per bocca di mons. Charles J. Scicluna, prelato maltese da mesi 'in trincea' in qualità di promotore di giustizia della congregazione per la Dottrina della fede. La denuncia degli abusi, ha detto Scicluna in una tavola rotonda ospitata dal Senato, "può essere resa difficile da considerazioni sbagliate e fuori luogo di lealtà e appartenenza".Per il 'procuratore generale' della Santa Sede, "la Chiesa cattolica sa bene che ogni volta che uno dei suoi ministri - sia esso un vescovo, un sacerdote un diacono o un agente pastorale laico - abusa sessualmente di un minore, una tragica ferita è inferta alla comunità, subordinata al danno indescrivibilmente ripugnante causato al bambino".
© RIPRODUZIONE RISERVATA