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Giovedì 16 Dicembre 2010
Università/ I collettivi: Rabbia diffusa, il 22 ancora in piazza
Università/ I collettivi: Rabbia diffusa, il 22 ancora in piazza Le violenze colpa del "governo che ci ignora"
Roma, 16 dic. (Apcom) - "Vecchie etichette proprie di movimenti passati" come "black block, estremisti, violenti" sono termini che "non ci appartengono", al contrario di "indignazione" e "esplosione di una rabbia sociale diffusa", di "ansia per il futuro e la voglia di continuare a costruirlo giorno dopo giorno". Nessuna "marcia indietro" dopo i fatti di martedì a Roma, nessuna ammissione di responsabilità per gli scontri e le devastazioni nel centro della capitale.In una nota i collettivi universitari del network 'Atenei in rivolta', ispiratori della manifestazione di martedì, promettono di tornare in piazza il prossimo 22 novembre, perchè "nonostante la certa approvazione del ddl Gelmini, la posta in palio per gli studenti è molto più alta". Gli scontri e le violenze, infatti, sono "la diretta conseguenza dell'atteggiamento del governo che ha deciso di passare sopra ogni istanza e spinta proveniente dai movimenti e di tutte le componenti sociali in piazza il 14 dicembre, comprandosi letteralmente la possibilità di continuare a governare questo paese"."Dopo martedì non torneremo indietro - dicono nel comunicato - continueremo a costruire un'unione reale con tutti i conflitti sociali per costruire lo sciopero generale e mandare a casa questo governo. La nostra fiducia non è in vendita! Quella del 14 dicembre è stata una giornata che ha segnato un dato di partecipazione fuori dall'ordinario. Sfiducia dal basso per il governo, si era detto, e sfiducia dal basso per il governo è stata".(segue)
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